Il Movimento 5 Stelle, in provincia di Cuneo, è passato dal 26,32% delle politiche 2013 (88.927 voti) all’8,10% (21.252 voti) delle recenti regionali. Appena di poco superiore il dato delle concomitanti elezioni europee: 9,59%.
Una perdita in sei anni, tra il picco massimo raggiunto nel 2013 e il minimo toccato nel 2019, di 67.675 consensi, pari a 18,22% punti percentuali. Alle europee del 2014 il partito di Grillo e Casaleggio aveva ottenuto il 18,20%; alle politiche 2018 tra il 22,36 % (collegio camerale di Cuneo) e il 23,11% (collegio di Alba).
Un calo consistente, superiore alla somma dei residenti nelle città di Savigliano, Fossano e Saluzzo, che dice come la parabola dei consensi sia andata inesorabilmente calando fino a precipitare sotto la soglia del 10%.
Se consideriamo le amministrative, tipologia di consultazione in cui i 5 Stelle non hanno mai furoreggiato, la batosta è ancora più bruciante, perché in due Comuni, Alba e Bra, dove i pentastellati erano presenti, sono state perse le rispettive rappresentanze consiliari.
Ad Alba, Ivano Martinetti, che ha lasciato il Comune per Palazzo Lascaris, non ha avuto un successore. Idem a Bra, dove Claudio Allasia non ha trovato sostituti. A Saluzzo la sfida elettorale amministrativa si è rivelata fallimentare, dal momento che la lista guidata da Piercarlo Manfredi non è riuscita a raggiungere il quorum necessario per assicurarsi almeno un consigliere comunale.
Oggi, nelle “sette sorelle” le rappresentanze sono rimaste unicamente a Cuneo e Savigliano dove i 5 Stelle contano due consiglieri in ciascun municipio. Nel primo caso si tratta di Manuele Isoardi e Silvia Cina; nel secondo, di Claudia Giorgis e Antonello Portera.
Tuttavia, col cambio di governo, che da giallo-verde è diventano giallo-rosso, i pentastellati cuneesi possono compiacersi di avere un loro esponente al governo, Fabiana Dadone, al ministero della Pubblica Amministrazione.