“Non possiamo dire, riferendoci ai recenti eventi alluvionali, che la Regione Piemonte e la Provincia di Cuneo non siano attente al problema della sicurezza del territorio. I fondi per le opere, almeno sul piano teorico, ci sono, ma è la loro disponibilità ad essere oltremodo complessa”.
Elena Lovera, saluzzese, presidente provinciale e vicepresidente regionale dell’Ance, la sezione di Confindustria che si occupa di costruzioni ed edilizia, mette il dito nella piaga e spiega che i tempi medi si aggirano sui 16 anni per una grande opera pubblica e sui 5/6 anni per un’opera di media grandezza.
Tempi biblici, appunto, dettati dal passaggio di esame tra gli organi dei vari enti. Un’enormità rispetto alla quale l’opinione pubblica non sa darsi spiegazioni e che, a fronte del reiterarsi delle emergenze, non è più disposta ad accettare. Tutti concordano sulla necessità di ridurre i tempi, ma alla prova dei fatti risulta difficile passare dalle enunciazioni ai fatti.
“Occorre cambiare il paradigma passando dalla gestione delle emergenze – considera Lovera - ad una pianificazione della prevenzione”.
Il concetto espresso dalla presidente dell’Ance deve però essere declinato in concreto. Proprio ad inizio novembre e Confindustria e ance Cuneo avevano promosso una giornata di studio al riguardo, avvalendosi di contributi tecnici di prim'ordine.
“La nostra provincia è più grande, come estensione territoriale, di tre regioni italiane e questo fatto non può non essere debitamente considerato. La soppressione “monca” dell’ente Provincia – spiega ancora Lovera – ha determinato gravi lacune. La manutenzione, che un tempo veniva effettuata in maniera sistematica dai tecnici della Provincia e dai cantonieri che avevano l’esatta conoscenza dei comparti, è da anni trascurata per forza di causa maggiore. L’Anas – osserva - non potrà mai avere la conoscenza dettagliata di una rete così vasta di strade”.
La regimazione delle acque, soprattutto per quel che concerne i piccoli corsi, è questione cruciale, considerato che non sono stati i fiumi o i torrenti maggiori ad esondare quanto piuttosto “bealere” irrigue e bedali.
“In questi ultimi anni non è complessivamente aumentata la quantità di pioggia. A determinare i disastri – considera la responsabile Ance – è il fatto che gli eventi atmosferici si stanno concentrando in maniera intensa in un’area ristretta e in breve tempo”.
L’imprenditrice saluzzese pone ancora l’accento su un altro aspetto che riguarda la sicurezza di ponti e viadotti. “Non possiamo non considerare – afferma – che i materiali edili hanno una durata limitata e che i flussi di traffico sono radicalmente mutati rispetto al tempo della loro realizzazione. E’ necessario mettere mano ad un piano che consenta di monitorare con regolarità manufatti e strutture. In caso contrario – conclude Lovera - i costi sociali ed economici diverranno insostenibili per il territorio cuneese”.