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Al Direttore | 03 dicembre 2019, 09:05

Tunnel di Tenda, Legambiente e Pro Natura: "Possibile che nessuno chieda di voltare pagina?"

Riceviamo e pubblichiamo

Foto generica

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Gentile Direttore,

da anni Pro Natura Cuneo e Legambiente Cuneo sostengono la necessità, per il traforo di Tenda, di un progetto diverso dall’attuale, rivelatosi, alla luce dei fatti, disastroso, con gli interventi bloccati a causa delle note vicende dei lavori da rifare perché eseguiti, a dir poco, malamente sia all’esterno che all’interno della nuova galleria.

Nonostante questo il progetto continua ad essere sostenuto pervicacemente dalla Regione e dall’ANAS, corresponsabile di questa assurda situazione di scandali, ritardi, inadempienze e conseguenti disagi per le comunità.

Qualche amministratore locale, di recente, ha convenuto sulla proposta, avanzata già anni fa dalle nostre associazioni, di realizzare un’unica canna a doppio senso di marcia, allargando di circa un metro il tunnel in costruzione, ma dopo l’ultimo “diktat” del Presidente della Regione (“si va avanti sul progetto originario senza se e senza ma”), nessuno ha più osato sostenere il contrario, così almeno ci risulta.

Ribadiamo la nostra proposta di revisione del progetto: allargare leggermente il tunnel in costruzione rispetto al progetto approvato, in modo da permettere il doppio senso di marcia, senza dover ristrutturare il vecchio, storico tunnel (con tutte le problematiche tecniche ed i costi economici), che, messo in sicurezza, potrebbe essere utilizzato per il transito ciclo-pedonale e per il soccorso.

Quali le molte buone ragioni a favore della proposta alternativa all’attuale?

1) i costi: sicuramente molto più contenuti rispetto a quelli previsti per la doppia canna, passibili di ulteriori lievitazioni a causa anche delle incognite legate all’adeguamento del vecchio tunnel (non entriamo nel merito; qualcuno più autorevole ed esperto di noi ne ha già parlato). La stessa azienda (Consorzio Edilmaco) che dovrebbe subentrare per il completamento dei lavori ha già messo, in questo senso, le mani avanti.

2) la strada della Valle Roja non può e non potrà essere percorsa da automezzi pesanti superiori alle 19 tonnellate (ordinanze sacrosante emanate dalle autorità locali sulla tratta francese) ed è riconosciuta di prevalente interesse turistico, per cui non servono due tunnel per attraversare il colle di Tenda.

3) il tratto già realizzato della nuova galleria dovrà essere rivisto a causa delle opere eseguite malamente; quindi, l’allargamento non comporterebbe chissà quali costi aggiuntivi, comunque ampiamente compensati dal non dover affrontare quelli notevoli e imprevedibili dell’adeguamento della vecchia galleria.

4) il vecchio storico tunnel, messo in sicurezza, potrebbe essere destinato a operazioni di soccorso, per il transito ciclo-pedonale in un’ottica di turismo sostenibile, e, come sostenuto dal prof. Lorenzo Mamino del Politecnico di Torino, anche a scopo museale (è il primo traforo stradale realizzato attraverso le Alpi).

Riteniamo risibili le giustificazioni addotte dal Presidente della Regione a sostegno dell’attuale fallimentare progetto che si possono riassumere in: tempi dilatati in caso di nuova progettazione. Questa affermazione è, secondo noi, contestabile proprio alla luce dei fatti: troppi anni già si sono persi tra errori, sospensioni lavori, ecc. La ripresa dello scavo è ancora di là da venire e la data di consegna dell’opera finita non prevedibile a causa delle incognite per la ristrutturazione della vecchia galleria. Anche la revisione degli accordi con i Francesi non dovrebbe creare insormontabili problemi; anzi, potrebbero essere lieti di risparmiare in costi e nuove incognite.

Presidente Cirio, politici e amministratori locali: alla luce dei recenti, gravi eventi di dissesto idrogeologico che hanno pesantemente colpito anche il nostro territorio, non vi sembra immorale l’idea di buttare una ingente somma di denaro in un’opera rivelatasi fallimentare, anziché risparmiare soldi da utilizzare in altre opere ormai urgenti in questa fase di emergenza e per la futura prevenzione? E non vi sembra che l’ANAS abbia fin qui dimostrato ampiamente le sue inadeguatezze, quantomeno organizzative? Chi doveva seguire e controllare i lavori eseguiti maldestramente?

Proprio l’Anas, che, ora, curiosamente, si è costituita parte civile contro l’azienda estromessa dai lavori! Del resto, come ci si può ancora fidare di chi (leggi sempre ANAS), a meno di venti anni dalla realizzazione della tangenziale di Fossano, a seguito dei gravi problemi intervenuti, sostiene che l’opera, salvo spese enormi o addirittura il rifacimento, non è più percorribile in sicurezza dai mezzi pesanti??

Dov’era allora l’ANAS, quando avrebbe dovuto verificare - e infine collaudare - l’esecuzione ad arte dell’opera? Possibile che nessuno si indigni e agisca di conseguenza di fronte a questi scandali e chieda di voltare pagina, prendendo seria e concreta posizione per la tutela dei cittadini tutti?

Distinti saluti,

Legambiente Circolo di Cuneo - Bruno Piacenza

Pro Natura Cuneo - Domenico Sanino

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