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Attualità | 13 dicembre 2019, 20:38

Al maestro Ezio Bosso il premio della Fondazione Nuovo Ospedale: "La gratitudine? Uno dei sentimenti più belli"

Teatro gremito e grandi emozioni a Bra per la consegna del premio che la onlus ha assegnato al musicista, compositore e direttore d’orchestra (INTERVISTA)

Al maestro Ezio Bosso il premio della Fondazione Nuovo Ospedale: "La gratitudine? Uno dei sentimenti più belli"

“La gratitudine? È uno dei sentimenti più belli che esistano. perché spesso ci dimentichiamo che è un sentimento (…), un’azione profonda".
Così il maestro Ezio Bosso, musicista, compositore, e direttore d’orchestra di fama internazionale, poco prima di salire sul palco del Teatro Politeama Boglione di Bra, dove la Fondazione Nuovo Ospedale gli ha consegnato l’edizione 2019 del riconoscimento col quale, ormai da quattro anni, la onlus nata nel 2018 per accompagnare la nascita del nosocomio di Verduno invita a riflettere sul concetto di "restituzione", sulla capacità di un territorio di fare squadra per arrivare a un risultato di massima utilità per la comunità che lo abita.

"Grazie è la prima parola che si insegna ai bambini, è la prima che si impara – ha detto il vicepresidente della Fondazione Dario Rolfo accogliendo sul palco il direttore stabile e artistico della Europe Philharmonic Orchestra –. Dire grazie fa bene alla vita, lo dice la anche la scienza e ce lo ricorda lo stesso papa Francesco. La nostra Fondazione è nata con l'idea di contribuire al miglioramento del nuovo ospedale di Verduno. Abbiamo chiesto l'aiuto di tutti e tutti hanno risposto con calore, dandoci fiducia. Vi siamo riconoscenti e diciamo grazie ai donatori di risorse, che sono state subito investite in macchinari e beni di massima utilità".

“La musica è la nostra prima terapia, non ha controindicazioni. La musica è la nostra connessione col cielo”, spiegherà Bosso dal palco di un teatro gremito in ogni ordine di posto e dove, insieme ai vertici della onlus, a quelli dell’Asl Cn2 e a numerose autorità (il sindaco braidese Gianni Fogliato e quello albese Carlo Bo hanno portato i saluti della due città), un pubblico appassionato ascoltava rapito la sua singolare visione del ruolo dell’arte e della bellezza nel contradditorio mondo odierno: “La bellezza salva noi stessi. Bisogna essere grati della bellezza e non si deve dare per scontata. Bisogna curarla e non imbruttirci. La bellezza che curi diventa purezza e salva il mondo”.


Prima di ricevere il premio dalle mani del presidente Bruno Ceretto e di interloquire col pubblico in dialogo con Paola Farinetti, Bosso così aveva risposto alle nostre domande.

Sei un’artista internazionale, ti senti a casa qui nel Roero e nelle Langhe?
“Sì, infatti sono venuto a ritirare il premio. Ogni scusa è buona per tornare e questa era buonissima. Io sono refrattario ai premi, perché dico sempre che sono un uomo del fare, non del prendere. In questo sono un po’ langhetto e ogni scusa è buona per tornare in una terra che per me è un pezzo di casa dove ci sono le radici”.

Cos’è la musica per Ezio Bosso?
“È la vita. È la funzione che ho nel camminare in questa terra”.

Oggi hai ricevuto il premio Gratitudine. Tu, invece, a chi devi dire grazie?
“Troppe persone. A tutte quelle persone che m sono state vicine. Se mi giro, ci sono sempre persone a cui dire grazie”.

Chi sono i tuoi fari musicali?
“I miei fari sono anche le persone più umili. Ho la fortuna di aver incontrato i più grandi musicisti del mondo, ma anche delle persone semplici, che mi hanno insegnato tanto”.

Il tuo compositore classico preferito?
“Non si sa. È come chiedere a un bambino se vuole più bene alla mamma o al papà. E io ti risponderò sempre che il papà si chiama Beethoven”

Grazie alla tua musica tu guardi il mondo attraverso gli occhi di un bambino. Che augurio vuoi lasciare?
“I bambini siamo noi. Ricordate che bambini lo siamo stati anche noi. Bisogna trattare i bambini con rispetto, sperando che diventino degli adulti migliori di noi”.

 

Silvia Gullino

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