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Al Direttore | 15 gennaio 2020, 15:09

I piemontesi si finiranno da soli l’Asti-Cuneo? "Basta propaganda e proposte che creano soltanto confusione"

L’Osservatorio Tutela Paesaggio di Langhe e Roero critica il governatore Cirio: "Irrealistica l’idea di scorporare questo tratto dal contratto stipulato col concessionario, conferendolo a una nuova società pubblica costituita da Regione Piemonte e Anas"

Alberto Cirio, presidente della Giunta regionale, di fronte al moncone cheraschese dell'At-Cn

Alberto Cirio, presidente della Giunta regionale, di fronte al moncone cheraschese dell'At-Cn

Riceviamo e pubblichiamo.

Le recenti dichiarazioni del Presidente Cirio ci lasciano basiti, sono a nostro avviso fuorvianti e poco convincenti nel metodo e nel merito.
Sono sbagliate nel metodo perché l’idea di “scorporare questo tratto dal contratto stipulato con il concessionario”, conferendolo a una nuova società pubblica costituita da Regione Piemonte e Anas è irrealistica per i vincoli esistenti con il concessionario e con la Ue, per l’impraticabilità operativa, per l’assurdità di conferire denaro pubblico stanziato dal Governo a un’altra struttura pubblica locale certamente interessata, ma incompetente in materia.

Dalle dichiarazioni del governatore Cirio si evince che lo scorporo sarebbe riferito ai 9 km che mancano al completamento dell’autostrada e non a tutta l’Asti-Cuneo di 90 km. Infatti la diatriba nazionale sul trasferimento delle concessioni dai privati allo Stato, riguarda il Gruppo Autostrade e non il Gruppo Gavio, attuale concessionario.
Per quello che ci è dato a sapere, comunque anche nel caso si riferisse a tutta la tratta autostradale, sarebbe ancora più anacronistica, per i contenziosi che si genererebbero e la dubbia capacità della Regione di gestirla, ai 3/5 anni necessari per completarla se ne aggiungerebbero imprevedibilmente molti altri.
Sono sbagliate nel merito perché prevedere che “l’incasso dei pedaggi (di quei 9 km) finisca nelle nostre casse (regionali e Anas)” significa disconoscere, per quella tratta, la linea della superstrada gratuita, tornando alla sciagurata intenzione di far pagare il pedaggio, mettendo di fatto la “ gabella ai malati”, tenuto conto dell’elevato uso che ne faranno i cittadini del territorio di Langhe e Roero, Alba e Bra per raggiungere il nuovo ospedale.

Ancora una volta si privilegia la strada del “polverone mediatico” anziché decidere di entrare nel merito dei problemi e cercare di risolverli. L’Osservatorio ha più volte proposto di attivarsi affinché enti locali e società civile possano partecipare al tavolo operativo Mit-Concessionario per ottenere le risposte agli interrogativi pendenti, partecipare alle decisioni che devono essere ancora assunte, avere conferma che le opere complementari verranno realizzate e siano compatibili nella soluzione e nei tempi all’avvio del nuovo ospedale, intanto che il Governo centrale sciolga definitivamente il nodo Delrio/Toninelli.

L’Osservatorio ribadisce quindi: no al casello Alba Ovest; no alla discarica; sì alla superstrada; sì alla realizzazione delle opere complementari con particolare riferimento all’innesto per l’ospedale

Abbiamo più volte proposto ai nostri amministratori di condividere la strategia e la tattica operativa per avviare un piano credibile per il completamento dell’autostrada, arteria essenziale per il nostro territorio.

Dobbiamo purtroppo riscontrare ancora una volta che ognuno marcia per conto proprio, dai singoli sindaci ai rappresentanti della Regione, senza tenere in minima considerazione il contributo della società civile di cui la nostra associazione è parte attiva, in rappresentanza di oltre 15 associazioni di Alba, Bra, Langhe e Roero.

Alba, 15 Gennaio 2020

Il direttivo, per conto dell’Osservatorio per la Tutela del Paesaggio di Langhe e Roero

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