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Attualità | 28 gennaio 2020, 17:38

Marengo, troppo “vicino” al PD, non soddisfa la Regione: il Parco del Monviso commissariato per riportare Donalisio della partita?

Nuovo colpo di scena nella vicenda. Marengo o Dovetta potrebbero essere i commissari ad interim, e consentirebbero alla Regione di temporeggiare e far decorrere l’anno entro il quale Donalisio risulta incompatibile. La volontà dell'Amministrazione regionale di avere un nome condiviso dal territorio deve lasciar posto alle dinamiche politico-partitiche

Silvano Dovetta e Gianfranco Marengo

Silvano Dovetta e Gianfranco Marengo

I 30 giorni entro i quali sarebbe dovuta arrivare la nomina del presidente del Parco del Monviso sono scaduti sabato 18 gennaio scorso.

Ma ad oggi (siamo al 28 gennaio) l’Ente di gestione delle aree protette del Monviso continua a non avere un presidente designato. La Regione Piemonte, dopo aver a lungo auspicato (e chiesto a chiare lettere) un nome “condiviso dal territorio”, arrivato con la convergenza sul presidente uscente Gianfranco Marengo, non si è ancora espressa.

Alla riunione tenutasi nella sede del Parco lo scorso 17 dicembre, un’ampia maggioranza si espressa in favore della riconferma del presidente uscente Marengo.

L’Unione montana Valle Varaita, con il suo presidente Silvano Dovetta, non si era espressa, adombrando dubbi di legittimità sulla seduta, convocata in regime di urgenza, mentre la Provincia di Cuneo, con il vicepresidente Flavio Manavella, si era astenuta, essendoci in ballo più d’un nome cuneese.

Dalla sommatoria delle posizioni precedentemente assunte, risultava che sui 15 presenti intorno al tavolo di quella seduta, 13 appoggiavano la riconferma di Marengo.

L’ampia condivisione sul nome del presidente uscente avrebbe dovuto soddisfare le richieste della Regione, che più volte ha chiesto al territorio di proporre una figura condivisa.

Così però pare non essere perché, al netto delle dichiarazioni ufficiali, la scelta di Cirio di troverebbe poi a fare i conti con le dinamiche politico-partitiche delle forze che compongono la squadra di Governo della Regione.

Nei corridoi si vocifera che la riconferma di Marengo, uomo vicino all’ex governatore Sergio Chiamparino ed al PD, non sia così “digeribile” all’Amministrazione regionale. Alla faccia dell’unità territoriale che sul nome è venutasi a creare.

Questo scenario crea una nuova eventualità: il commissariamento dell’Ente Parco.

Che a sua volta potrebbe avere due “varianti”: l’Ente di gestione lasciato ad interim in mano al presidente uscente Marengo. Oppure con un ritorno di Silvano Dovetta nel ruolo di commissario del Parco, come già avvenuto in passato.

Lo scopo di commissariare il Parco? Potrebbe essere una soluzione utile al Centodestra per “temporeggiare”, facendo ritornare Gabriele Donalisio, ex sindaco di Pagno ed ex presidente del Bacino Imbrifero Montano del Po, in corsa per la Presidenza.

Donalisio, infatti, sin dalla prima ora si è ben piazzato nella cerchia dei papabili presidenti del Parco. Un nome gradito alla Lega, ma che è stato giudicato inammissibile per la Presidenza dell’Ente.

L’incompatibilità, secondo il regolamento, sarebbe dettata dal fatto che non sarebbe ancora intercorso un anno a partire dagli ultimi incarichi di Donalisio.

In quest’ottica ecco che il “commissariamento” del Parco assume un obiettivo ben preciso: temporeggiare ancora un paio di mesi, per giungere al termine l’anno “sabbatico” che serve all’ex sindaco di Pagno per ritornare della partita.

Nessuno conferma né smentisce il quadro della situazione. Anche se sono in molti a ventilare l’ipotesi del commissariamento a traino Dovetta.

L’ennesimo “colpo di scena” nella vicenda della Presidenza del Parco. Quando, lo ricordiamo ancora una volta, sarebbe bastato assumere la decisione una volta recepite le candidature.

Anziché prima trincerarsi dietro la “ricerca di un nome condiviso dal territorio”. E, poi, dal momento che il nome espresso dal territorio non aggrada politicamente la Regione, rimettere tutto in discussione.

Nicolò Bertola

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