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Agricoltura | 20 febbraio 2020, 07:30

Per il momento congelati i dazi Usa sui vini italiani: soddisfazione di Coldiretti, Confagricoltura e Cia della “Granda” (FOTO)

Dicono: “Un primo risultato importante grazie al lavoro di squadra, ma non bisogna abbassare la guardia”. Anche l’assessore regionale Protopapa e il presidente dell’Unione Italiana Vini Abbona esprimono un giudizio positivo

I dazi Usa sul vino italiano per il momento sono stati congelati

I dazi Usa sul vino italiano per il momento sono stati congelati

La buona notizia è arrivata. Seppure non definitiva. L’Amministrazione americana del presidente Trump ha congelato per 180 giorni la minaccia di imporre nuovi dazi, ipotizzati fino al 100% del valore del prodotto, su alcune eccellenze agroalimentari europee.

Motivo? La ritorsione degli Usa contro i Paesi della Ue, accusati di aver aiutato economicamente l’industria costruttrice di aerei del Vecchio Continente Airbus danneggiando la concorrente americana Boeing. In Italia, ne sarebbero rimasti colpiti soprattutto i produttori di vino: e in particolare quelli del Piemonte e della provincia di Cuneo. Infatti, dalla “Granda” parte per gli Stati Uniti il 40% delle bottiglie immesse sul mercato (dato Coldiretti Cuneo). Al momento, però, i vitivinicoltori possono tirare un sospiro di sollievo.

Restano ancora in vigore i dazi del 25% decisi dagli Usa lo scorso ottobre su altre eccellenze italiane, come alcuni formaggi, salumi e liquori. E di questi, i produttori italiani chiedono comunque la cancellazione. Però, in questa fase è stata contenuta una pericolosa escalation del problema.

Abbiamo chiesto alle organizzazioni agricole della “Granda” se sono soddisfatte del risultato ottenuto e come è stato possibile raggiungerlo.

ROBERTO MONCALVO, delegato confederale di Coldiretti Cuneo: “E’ un primo risultato importante, frutto di un lavoro diplomatico svolto a più livelli. Coldiretti, ad esempio, dopo aver sollecitato l’intervento del Governo, ha discusso della questione con i commissari europei all’Agricoltura, Janusz Wojciechowski, al Commercio, Phil Hogan, e all’Economia, Paolo Gentiloni. La nostra organizzazione ha fatto e sta facendo un grande lavoro di squadra con il commissario Hogan e con la ministra delle Politiche Agricole, Teresa Bellanova, nel nome di un’eccellenza tricolore che non può né deve pagare il prezzo di una guerra commerciale che nulla ha a che vedere con l’agroalimentare”.

ENRICO ALLASIA, presidente di Confagricoltura Piemonte e di Confagricoltura Cuneo: “E’ un’ottima notizia per i nostri agricoltori, in particolare per il comparto vitivinicolo. Ringraziamo il Governo per l’efficace azione svolta a tutela del settore. Questo risultato è stato possibile, tuttavia, solo grazie al lavoro di squadra che la Confagricoltura e tutti gli attori della filiera hanno posto in essere in queste settimane per evitare che l’aumento dei dazi danneggiasse ulteriormente il settore primario e l’esportazione negli Usa delle eccellenze italiane e cuneesi, così apprezzate e ambite su quel mercato. Nelle scorse settimane Confagricoltura aveva sollecitato prima il commissario europeo al Commercio, Phil Hogan e, poi, il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e il ministro per gli Affari Esteri, Luigi Di Maio, per chiedere un rafforzamento delle azioni nei confronti dell’Amministrazione statunitense. Obiettivo? Proprio quello di scongiurare ulteriori ed ingiustificate penalizzazioni per gli operatori italiani. Risultato al momento raggiunto”.

CLAUDIO CONTERNO, presidente provinciale di Cuneo della Cia-Agricoltori Italiani e produttore vitivinicolo: Cia Cuneo è certamente soddisfatta dell’insieme di fattori che hanno portato a questo traguardo in modo coordinato: per una volta gli sforzi espressi da varie parti si sono canalizzati in un’unica direttrice condivisa. Cia è stata tra i protagonisti a difesa del nostro vino, partecipando ai Tavoli di lavoro ministeriali ed europei con le sue rappresentanze di organizzazione. Il clima mondiale sembra sia cambiato, probabilmente anche a causa del coronavirus che ha modificato gli assetti dell’economia mondiale di questo momento e delle prospettive future. Forse l’Amministrazione Trump si è resa conto di non poter ulteriormente “tirare la corda”: se la Cina è in difficoltà economica, parallelamente, saremo tutti in sofferenza”.  

Cosa occorrerà ancora fare affinché il problema non si ripresenti tra sei mesi?

MONCALVO: “Sarà fondamentale non abbassare la guardia e proseguire sulla linea intrapresa del dialogo costruttivo così da scongiurare scenari pericolosi per la nostra economia. Il nostro continuerà ad essere un impegno forte, a livello nazionale e internazionale, a tutela dei vitivinicoltori delle nostre colline. Ribadiamo anche la necessità di aiuti compensativi a tutela dei settori colpiti dai dazi: molte altre eccellenze del nostro agroalimentare, dallo scorso ottobre, subiscono tariffe aggiuntive del 25% per l’export negli Usa, come gorgonzola e altri formaggi simbolo del tricolore a tavola, salami, mortadelle, succhi e liquori. E’ essenziale un impegno forte e concreto di Bruxelles per mettere la parola fine al rialzo ingiustificato dei dazi americani sull’agroalimentare Made in Italy”.

ALLASIA: “Abbiamo evitato ulteriori e gravi problemi per le nostre produzioni, ma ribadiamo la necessità di avviare un negoziato diretto con gli Usa per raggiungere un nuovo accordo commerciale che metta fine alle tensioni in atto. La Ue deve lavorare per un accordo bilaterale con gli Stati Uniti che, nel rispetto delle economie e delle tipicità di ambo le parti coinvolte, sappia tutelare e valorizzare al meglio le nostre produzioni, come già accaduto con quelli siglati con altri Paesi. Il ministero italiano ha fatto un ottimo lavoro in sinergia con l’Istituto Nazionale per il Commercio Estero, ma è necessario continuare su questa strada soprattutto a livello europeo”.

Inoltre? “Bisogna fare lobby con tutti i portatori di interessi “sani”, dai produttori ai consumatori, coinvolgendo anche gli importatori e tutti coloro che, promuovendo il “Made il Italy”, possano influenzare le scelte. Il temuto inasprimento dei dazi pare scampato solo per il momento. L’Amministrazione Usa, infatti, ha precisato che la decisione presa nei giorni scorsi potrà essere rivista, in funzione degli sviluppi del contenzioso con la Ue sui sussidi pubblici ai gruppi Airbus e Boeing. Restano, poi, tutte le difficoltà determinate dai dazi americani, pari al 25% del valore, applicati sulle nostre esportazioni di formaggi, salumi, liquori e altri prodotti. Quel che accade in questo scenario è da tenere in forte considerazione nel suo evolversi, dal momento che le esportazioni del “Made in Italy” agroalimentare sul mercato statunitense ammontano a 4,5 miliardi di euro l’anno e gli Usa rappresentano il primo mercato di sbocco fuori dalla Ue e il terzo in assoluto”.

CONTERNO: “Ben venga lo stop ai dazi, ma dobbiamo ancora insistere facendo capire che l’aumento delle aliquote sarebbe un problema anche per gli operatori economici americani, oltre che per noi. Lo abbiamo spiegato e forse il segnale è stato colto”.  

LE POSIZIONI DI PROTOPAPA E ABBONA

MARCO PROTOPAPA, assessore regionale all’Agricoltura: “Ci siamo resi subito partecipi nella difesa dei prodotti simbolo del Made in Italy, portando, già durante i mesi scorsi, il problema all’attenzione della Commissione Politiche Agricole ed al ministro all’Agricoltura. Il temporaneo blocco dell’aumento dei dazi rappresenta una buona notizia, che permette di avere ancora tempo per trovare una soluzione al fine di evitare un gravissimo danno all’economia piemontese e italiana. Dai recenti contatti avuti con imprenditori e istituti di commercializzazione del vino italiano nel mercato statunitense, i primi a scongiurare questa possibilità sono gli stessi consumatori che vogliono continuare a comprare e apprezzare i nostri prodotti di eccellenza. Con un occhio di riguardo a vini e formaggi Dop”.

Quali interventi avete intrapreso? La Regione Piemonte si è attivata nel sensibilizzare il Ministero a non abbassare l’attenzione sull’argomento e ha dato la disponibilità ad azioni congiunte con le altre Regioni italiane per stimolare le parti ad una diretta negoziazione in modo da raggiungere un nuovo accordo commerciale. Il settore primario sta rischiando di pagare un prezzo altissimo per cause chiaramente ascrivibili ad altre aree produttive. Migliaia di aziende che operano con l’unico intento di competere sul mercato, facendo leva sull’eccellenza dei loro prodotti, sarebbero danneggiate pesantemente. Il mercato Usa rimane il principale attore nell’export dei prodotti agroalimentari italiani e della Regione Piemonte, soprattutto per il comparto vinicolo con dei dati fortemente in crescita rispetto agli anni passati. E’ importante continuare a sostenere un’unità di intenti tra Regioni, Ministero e Commissione europea a difesa dei prodotti italiani simbolo”.

ERNESTO ABBONA, presidente Unione Italiana Vini: “Il vino italiano sopravvive alla roulette “americana” del carosello. Tiriamo un sospiro di sollievo e prendiamo fiato almeno per 180 giorni: termine entro il quale il governo americano potrà nuovamente rimescolare le carte sui dazi. L’attuale risultato positivo è stato raggiunto anche grazie al lavoro delle Istituzioni italiane, che voglio ringraziare, in quanto hanno dato vita a innumerevoli azioni di sensibilizzazione verso l’Amministrazione Usa a difesa del mondo del vino italiano”.           

Sergio Peirone

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