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Attualità | 21 febbraio 2020, 15:15

Da 20 anni la strada di casa viene spazzata via ad ogni piena del rio che la costeggia, ma nessuno interviene: succede a Rocchetta di Sanfront (Foto e video)

La famiglia che vive al civico 2 di via Rocchetta, stufa di una situazione che pare non esser presa in considerazione da nessuno, si rivolge a Targatocn. La soluzione? Basterebbero 70 metri di scogliera, 15mila euro di spesa. Per il Comune non è fattibile: le motivazioni addotte sono molteplici

Nelle foto la condizione attuale della strada e alcune immagini scattate durante le piene di novembre 2019 e del 2016, quando la strada era stata completamente spazzata via dall'acqua

Nelle foto la condizione attuale della strada e alcune immagini scattate durante le piene di novembre 2019 e del 2016, quando la strada era stata completamente spazzata via dall'acqua

Da più di 20 anni, ogni volta che piogge intense ingrossano i rii minori, il bedale che scorre a poche decine di metri di casa esonda, causando notevoli danni alle piantagioni di mirtilli e – soprattutto – spazzando via la strada di accesso a casa.

È quanto un nucleo famigliare di quattro persone, che vive in una casa al civico di 2 di via Robella a Sanfront, si ritrova a vivere – ciclicamente – ad ogni allerta maltempo. Stufi di una situazione che pare non vuol essere presa in considerazione, i cittadini si sono rivolti a Targatocn.

E noi, questa mattina, siamo stati direttamente sul posto, per verificare di prima mano quanto sta accadendo.

Per arrivare all’abitazione di via Rocchetta 2, una traversa all’altezza del primo tornante che conduce nel centro della frazione di Sanfront, dobbiamo percorrere una strada, sterrata, che con il tempo la furia del bedale ha, volta per volta, eroso.

Una macchina passa comodamente, un Suv meno. Ma il camion che porta la legna per il riscaldamento non passa più. “Dobbiamo scaricare la legna per strada – ci dicono i residenti, marito e moglie con due figli – e poi con un trattore più piccolo fare la spola per portarcela a casa”.

Stessa storia per il mezzo del servizio di sgombero neve comunale: “Quest’anno è nevicato poco, per fortuna. Altrimenti non sarebbe potuto passare”.

Il margine della strada che costeggia il rio, infatti, non è stabile. In due punti, addirittura, il fondo stradale è spesso pochi centimetri: al di sotto, poi, il vuoto, scavato dall’acqua. Camminando sul ciglio della strada, proviamo a farci reggere dalla terra, che però cede e cade nel letto della “bealera”.

Il bedale arriva direttamente dal Mombracco, il monte sul quale si abbarbica la frazione Rocchetta. Il primo tratto è soggetto ad un forte dislivello, che fa acquistare alla corrente violenza e velocità. Il rio, poi, giunto in prossimità di via Rocchetta 2, compie una curva di 90 gradi.

Qui l’acqua, fino agli anni Novanta, si portava puntualmente via la strada. Già allora vi avevano posto rimedio i (privati) proprietari dell’abitazione al civico 2: “Il Comune, grazie all’interessamento dell’allora sindaco Roberto Moine, ci era venuto incontro, fornendoci il materiale. Noi ci eravamo accollate le spese di manodopera e avevamo realizzato due muretti in cemento, tutt’oggi ancora esistenti, per riparare i due punti più critici, dove l’acqua erodeva maggiormente la strada”.

Con gli anni, però, le alluvioni si sono fatte sempre più frequenti.

Nel 2016 (come dimostra il video) il bedale aveva raggiunto dei livelli che sino ad allora si erano visti poche volte, esondando sia alla sua destra che alla sua sinistra.

Il risultato? Una strada sommersa dall’acqua, e in buona parte spazzata via dalla corrente, e i campi – in quell’anno coltivati a castagni, oggi invece a mirtilli – sommersi da decine di centimetri di detriti, con uno strato che in alcuni punti ha toccato il metro di spessore.

In quell’occasione, il Comune era intervenuto, disponendo il ripristino della sezione stradale con il materiale litoide depositatosi nel letto del bedale. “Il nostro appezzamento frutticolo – continuano i coniugi nel racconto – ce lo siamo puliti da soli, affittando un miniscavatore e portando via rimorchi e rimorchi di detriti”.

La soluzione per porre la parola fine a questa situazione – che ricordiamo si protrae da vent’anni – è molto semplice: basterebbe realizzare una scogliera in blocchi di pietra lungo la strada, in modo tale da arginare il fenomeno erosivo della corrente, che si ripresenta in occasione delle piene del bedale.

Un’opera stimata in 70 metri lineari di lunghezza, per un’altezza di 1,60/1,80 metri. Costo ipotizzato: 15mila euro. Non di certo un’enormità, visti i costi di altre opere realizzate sul territorio nel post-alluvione del 2016. Tuttavia, ad oggi, qui si attende ancora l’inizio dei lavori.

Per il Comune l’intervento non è fattibile: le motivazioni addotte da funzionari e Amministratori sono molteplici. Prima la mancanza di fondi. Poi i vincoli dettati dalla fascia fluviale del Parco del Po. Poi ancora la competenza sul tratto di strada, che prima pareva essere comunale, poi interpoderale, poi consortile: nessuno capisce a chi spetti intervenire.

Al danno, però, si aggiunge la beffa.

Già, perché pochi metri a valle del tratto di strada interessato dalla vicenda, sempre lungo lo stesso bedale, il Comune ha realizzato (dopo l’alluvione del 2016), con soldi pubblici, alcune decine di metri di scogliera in blocchi di pietra (su ambo gli argini), a protezione di due prati, di proprietà privata.

Verrebbe dunque da chiedersi come mai lungo una strada che conduce ad un’abitazione con quattro residenti il Comune non possa intervenire, sostenendo che se interpoderale non sia di sua competenza, mentre lo stesso Ente interviene prontamente per realizzare due scogliere a protezione di due prati coltivati, ma privati.

Ben vengano le protezioni a salvaguardia degli appezzamenti destinati alla frutticoltura, sia chiaro.

Ma vorremmo – aggiungono i residenti – che i nostri figli percorrano la strada di casa in sicurezza, senza rischiare che quest’ultima frani e che l’auto con a bordo nostra figlia finisca nel bedale”.

Una problematica che, in vent’anni, sembra esser stata a cuore soltanto al sindaco Moine, che era pronto a far intervenire anche degli escavatori per allargare la sede stradale, “rosicchiando” una fetta di prati che la costeggiano.

Poi, il nulla. Alcuni giorni fa, un membro della Giunta sanfrontese ha effettuato un sopralluogo sulla strada, che si è tradotto nell’ennesimo nulla di fatto.

Il Comune ci ha detto che in caso di problemi idraulici nessuno deve percorrere la strada. Nel 2016 il bedale è esondato in piena notte, mentre dormivamo. Ci siamo svegliati isolati: se qualcuno di noi si fosse sentito male, come avrebbe potuto arrivare un’ambulanza? Qualcuno ci pensa?

La primavera, con nuove possibili ondate di maltempo, è alle porte. Possibile che non si riescano a trovare 15mila euro per intervenire e garantire a quattro residenti di percorrere in sicurezza un centinaio di metri di strada di accesso a casa?

Difficile a credersi, ma sembra così…

Nicolò Bertola

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