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Attualità | 02 aprile 2020, 10:13

Peveragno, la bandiera europea rimane a mezz'asta: "Questa Europa rigida non ci piace ed è destinata a finire. Chissà che non rinasca qualcosa di migliore"

La notizia e la fotografia sono apparse nella serata di ieri (1° aprile) sulla pagina Facebook ufficiale del comune di Peveragno; "Non è l'Europa che tutti sognavamo, fatta di tecnocrati e burocrati non all'altezza, in grado di discutere di spread e di vincoli di bilancio nel bel mezzo di una tragedia"

Peveragno, la bandiera europea rimane a mezz'asta: "Questa Europa rigida non ci piace ed è destinata a finire. Chissà che non rinasca qualcosa di migliore"

Sono tornate a garrire in cima al palazzo del municipio di Peveragno le bandiere normalmente esposte e lasciate a mezz'asta nella giornata di martedì 31 marzo, come segno di lutto e partecipazione dell'istituzione locale ai dolori dell'attuale emergenza sanitaria.

Tutte, tranne una: quella dell'Unione Europea.

La notizia - allegata di una fotografia più che esemplificativa - è stata data nella serata di ieri (mercoledì 1° aprile) dall'amministrazione comunale sulla pagina Facebook ufficiale del Comune, mai così attiva come dall'inizio dell'emergenza Coronavirus.

I motivi sembrerebbero essere due: "Per prima cosa, vogliamo testimoniare il nostro dolore per quanto sta succedendo ad altri popoli europei, alle prese come noi con un'epidemia che mette in ginocchio intere nazioni, come ad esempio la Spagna che sta soffrendo come e più di noi. In secondo luogo vogliamo testimoniare la nostra rabbia, il nostro disappunto e il nostro dolore per come si è mossa l'Unione Europea in questi difficili momenti".

"Questa non è l'Europa che tutti sognavamo, è un'Europa di tecnocrati e burocrati non all'altezza, in grado di discutere di spread e di vincoli di bilancio nel bel mezzo di una tragedia, quando si dovrebbe parlare di soccorso e di aiuto - prosegue l'invettiva del Comune di Peveragno - . Noi continuiamo a sognare una certa Europa, solidale, fraterna, in grado di aiutare. Invece questa Europa così rigida non ci piace, e temiamo che se non cambierà qualcosa sarà destinata a finire. Ma forse è meglio così, e chissà che non rinasca qualcosa di migliore".

Una protesta che replica e sposa nelle intenzioni quella lanciata proprio martedì scorso dal sindaco di Limone Massimo Riberi (a cui hanno risposto sia Massimo Gaudina, rappresentante della Commissione Europea a Milano, sia Chiara Gribaudo). Parole dure, un linguaggio che il sindaco e l'amministrazione comunale hanno fatto apertamente loro in queste settimane difficili.

Da notare come il post in questione abbia raggiunto in una manciata di ore un totale di 11 condivisioni, 84 "Mi Piace" e nove commenti. Per la maggior parte d'accordo con la posizione espressa, tra di essi spunta però quello di una giovane residente, che a titolo di chiarimento linka un pezzo centrato proprio sulla questione.

simone giraudi

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