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| 06 luglio 2020, 09:39

De Luca, preso dalla foga delle dirette Fb, pensa bene di accostare Saluzzo a Mondragone: “Semplificazioni insopportabili”

In Campania c’è una zona rossa proprio intorno alle palazzine Cirio dove vivono moltissimi braccianti bulgari, per un cluster di Covid-19. A Saluzzo, aspetto criticato molto dal presidente campano, c’erano 133 migranti in un parco, tutti controllati dal punto di vista sanitario. Parco poi liberato il giorno prima dello “streaming” della Regione Campania

Una diretta del presidente della Campania Vincenzo De Luca

Una diretta del presidente della Campania Vincenzo De Luca

L’emergenza Covid-19 passerà alla storia, se consideriamo gli aspetti molto meno gravi delle migliaia di morti e contagiati, per una nuova modalità di comunicazione da parte delle Istituzioni. 

Gli Amministratori, specialmente alcuni presidenti delle Regioni, hanno scoperto la funzione delle dirette Facebook. Spazi video lanciati in streaming sulla popolarissima piattaforma social che, complice anche il momento drammatico, sono diventati seguitissimi, anche per il bisogno della popolazione di apprendere le ultime news nella lotta contro il virus.

Ne sappiamo qualcosa in Piemonte, dove il presidente Alberto Cirio – col passare dei giorni – ha creato un vero e proprio “appuntamento” di aggiornamento serale.

Ma in altre Regioni d’Italia c’è stato anche si è fatto forse prendere un po’ la mano dallo streaming.

Ed è così che – in Campania – il presidente Vincenzo De Luca, dopo il “verremo a prendervi con il lanciafiamme” e il “saio” degli assistenti civici, dal suo ufficio in Regione, forse attratto dal numero di follower e views, pensa bene di accostare Saluzzo con Mondragone.

Ma cos’hanno in comune l’ex capitale del Marchesato con la cittadina campana in provincia di Caserta?

Forse il fatto che, sia in Piemonte che in Campania, le due città sono meta di molti braccianti agricoli. A Mondragone bulgari e a Saluzzo prevalentemente di origine subsahariana. E su questo si basa il “ragionamento” del presidente della Regione Campania.

Peccato che, a Mondragone, sia stata decretata una “zona rossa”, proprio intorno alle palazzine Cirio dove vivono i moltissimi braccianti, per un cluster di Covid-19 scoppiato proprio nella comunità d’immigrati bulgari.

De Luca, con ciò, si è arrogato il diritto, forse dettato da un sillogismo che a noi sfugge, di paragonare la situazione di Mondragone con quella di Saluzzo.

Mi è capitato di ascoltare ieri notizie relative a una cittadina del Piemonte, credo Saluzzo, dove hanno scoperto che ci sono degli stagionali di altri Paesi d'Europa o extracomunitari che vanno a raccogliere la frutta. Ho visto delle immagini paradisiache, mi è parso di sentire che molti di questi stagionali dormissero nei giardini, nei parchi pubblici, ma la descrizione che è arrivata di quella realtà era simile alla descrizione di un picnic fatto sui prati fioriti. Non le immagini di guerra che arrivavano da Mondragone, ma gente che dormiva tranquillamente nei parchi pubblici

Mi è parso di rilevare una qualche diversità nel modo di presentare un problema in larga misura sovrapponibile, quasi identico. Ma, come sapete, la Campania appartiene alla categoria degli afflitti, non dei fortunati”.

Le cose non stanno proprio così. E non perché la Campania appartenga alla categoria dei “meno fortunati”.

È vero, come dice il presidente della Campania, che a Saluzzo c’erano “stagionali (o aspiranti tali) che dormono nei parchi pubblici”. Ma è altrettanto vero che l’area del parco Gullino, vicino a Villa Aliberti, è stata liberata sin dalle prime ore dell’alba di giovedì, notizia che magari non è giunta sino in Campania.

La politica degli slogan non mi piace. – replica il sindaco di Saluzzo, Mauro Calderoni - Saluzzo non è Mondragone e prima non era Rosarno: semplificazioni insopportabili, slogan i cui unici effetti sono di dividere le comunità che invece soffrono per la stessa emergenza e banalizzare una situazione drammatica che evidentemente è nazionale.

Da personaggi politici con tanta esperienza e grande visibilità mi aspetterei piuttosto un coordinamento per superare un apparato normativo evidentemente non più adeguato a gestire una realtà radicalmente mutata.

Nel saluzzese si sono fin qui evitati scontri solo perché la comunità ampiamente intesa (Istituzioni, Enti, Forze dell’ordine, Associazioni, sindacati, aziende e Volontariato) da anni tenta tenacemente e ben oltre le proprie competenze ed al limite delle proprie forze, di contenere una situazione esplosiva.

L’ho proposto a Caritas, a Cgil, a Slow Food: le organizzazioni che hanno una articolazione in tutti i luoghi in cui si vivono gli effetti drammatici della deregolamentazione del lavoro agricolo stagionale, organizzino una grande conferenza nazionale da cui proporre nuove regole!”.

redazione

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