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Agricoltura | 30 gennaio 2015, 17:13

Nitrati, la zootecnia non è la principale causa di contaminazione delle acque

Renato Silvestro, Cia: “Occorre aggiornare la normativa che da troppo tempo penalizza gli allevatori”

Renato Silvestro

Renato Silvestro

Si è svolto di recente a Roma  un Convegno nazionale sulla “contaminazione da nitrati delle acque nelle regioni del Bacino del Po”, nel corso del quale è stato presentato lo studio realizzato da Ispra su incarico del Mipaaf. Studio che ha evidenziato la prevalenza della fonte di inquinamento da fertilizzanti minerali, rispetto a quella zootecnica, erroneamente considerata sino ad oggi la principale causa della contaminazione da nitrati e la prevalenza delle sorgenti di inquinamento multiple, vale a dire quelle in cui concorrono i settori civile ed industriale, i fertilizzanti minerali utilizzati in agricoltura ed il settore zootecnico.

Il Ministro Martina ha informato che sul tema nitrati si è avviata una stretta collaborazione tra i Ministeri delle Politiche Agricole e dell’Ambiente e i risultati dello studio dell’Ispra aprono nuove possibilità d’intervento. “In questi anni- ha rilevato il ministro Martina - è stato troppo forte il carico di responsabilità addossato all’agricoltura e alla zootecnia rispetto all’inquinamento da nitrati. È ora di riequilibrare. Le analisi dell’Ispra ci aiutano a riconoscere effettivamente meglio le fonti principali da cui partire per gestire la questione sui nitrati e aggiornarla. Sulla contaminazione delle acque, infatti, bisogna comprendere che la zootecnia non può essere l’unico settore sulla quale incide pesantemente una direttiva comunitaria risalente a vent’anni fa. L’esigenza di tutelare risorse come acqua e terra è una priorità, così come dobbiamo salvaguardare la produzione agricola. Abbiamo firmato il decreto sugli effluenti, che si aspettava da molti anni, e che ci rende credibili nel dire che in Italia è avviato un percorso per la riduzione dell’impatto ambientale. Il prossimo 10 febbraio riuniremo il tavolo di lavoro con il Ministro Galletti, le Regioni interessate e le organizzazioni per decidere i prossimi step operativi anche in ambito europeo”. Sull’argomento abbiamo sentito Renato Silvestro, suinicoltore di Centallo e responsabile del Gie (Gruppo di intervento economico della Cia) in zootecnia “

E’ molto importante questo studio dell’Ispra, che conferma quanto da tempo andiamo dicendo e cioè che il ruolo della zootecnia nell’inquinamento delle acque sotterranee è stato finora fortemente sovrastimato e che la fonte di provenienza dei nitrati è generalmente mista, cioè di origine civile, minerale e zootecnica, e l’allevamento non è, nella maggioranza dei casi, il principale responsabile. Da qui occorre partire per sollecitare il Governo e le Regioni per una revisione a livello europeo della direttiva nitrati, ormai datata e che ha fortemente ostacolato, sulla base di pregiudizi definitivamente smentiti dall’Ispra, lo sviluppo e la competitività della zootecnica italiana, con le conseguenti pesanti ripercussioni negative riguardo la produzione agricola, l’occupazione e la tutela del territorio. L’azione della Cia nel 2014 ha ottenuto che i 2 Ministri competenti riavviassero la discussione al “tavolo nitrati” varando, dopo anni di immobilismo, una nuova normativa nazionale in materia, con un decreto attualmente all’esame della Commissione Ue e che la Confederazione si augura possa essere al più presto messo in pratica perché affronta alcuni dei nodi essenziali nel settore, dal ruolo del digestato alla necessaria flessibilità nei calendari di spandimento degli effluenti”.

cs

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