Mancano i soldi? Aumentiamo le tasse. Polemico Borgogno sull'operato della giunta Beretta a Borgo

Nel 2013 il Comune ha accumulato un avanzo d’amministrazione di un milione e centomila euro: soldi presi anche dalle nostre tasche e non spesi. Il sindaco Berretta  ha giustamente affermato che però, pur rimanendo  soldi nostri, non si possono spendere. Ha ragione: lo Stato ingordo pone mille difficoltà ai comuni per tenerseli a coprire la propria liquidità tramite la “tesoreria unica”. Ma la domanda che ne consegue e che non ha mai avuto risposta è questa: ma allora perché incassarli? Non sarebbe meglio lasciarli nelle tasche della gente?

Invece di imporre tasse le cui aliquote, quest’anno, hanno ormai sfiorato il massimo previsto dalle legge, ponendo in seria crisi imprese e famiglie, e lasciando pericolose incertezze  sul futuro. Su questa linea, come si farà a pareggiare il prossimo bilancio comunale, avendo dato fondo alle risorse impositive? Le minoranze (delle quali faccio parte) hanno per ben tre volte, sin dal febbraio scorso, richiesto ufficialmente al Sindaco di poter collaborare alla stesura del bilancio per condividere un momento di crisi eccezionale ed applicare, tutti insieme -maggioranza ed opposizione - quei tagli sulla spesa ordinaria che veleggia intorno ai nove  milioni di euro.

Unica vera, ma antipopolare, possibilità di risparmio che richiederebbe una volontà unanime proprio per evitare che qualcuno possa specularne demagogicamente, così come paventato in ogni intervento  del sindaco. Anche queste richieste sono rimaste inspiegabilmente senza risposta. Si è preferito ricorrere al vecchio e più facile  sistema: mancano i soldi? Aumentiamo le tasse. Come ai tempi dei feudatari. Peccato! Rimane forte il dubbio che si sarebbe potuto fare meglio.

Marco Borgogno - ex sindaco di Borgo