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Attualità | 24 luglio 2014, 21:07

Camere di commercio a rischio chiusura: gli interrogativi della sede di Cuneo

Lunedì 21 luglio si è svolta l’assemblea dei lavoratori della Camera di commercio di Cuneo, che ha visto una numerosissima partecipazione da parte dei dipendenti della sede del Capoluogo e di quelle decentrate di Alba, Mondovì e Saluzzo

Camere di commercio a rischio chiusura: gli interrogativi della sede di Cuneo

Lunedì 21 luglio si è svolta l’assemblea dei lavoratori della Camera di commercio di Cuneo, che ha visto una numerosissima partecipazione da parte dei dipendenti della sede del Capoluogo e di quelle decentrate di Alba, Mondovì e Saluzzo e la partecipazione delle segreterie provinciali di CGIL-CISL-UIL di categoria.

Argomento in discussione le ricadute sui servizi agli utenti e sull'occupazione conseguenti al D.L. 90/2014 di riforma della Pubblica Amministrazione e al disegno di legge varato dal Consiglio dei ministri sullo stesso tema.

I due provvedimenti, il primo in corso di conversione alla Camera e il secondo in procinto di essere discusso in aula, intervengono in maniera pesante sull’attuale sistema delle Camere di commercio, prevedendo dal prossimo anno il dimezzamento del diritto annuale per l’iscrizione nel Registro delle imprese e, sulla base del disegno di legge, il successivo trasferimento dello stesso Registro delle imprese al Ministero dello Sviluppo economico, con abolizione totale del diritto annuale e riordino delle funzioni e del finanziamento degli enti camerali.

Il diritto annuale rappresenta, nella realtà cuneese, circa l’80% delle entrate correnti dell’ente e un altro 15% delle stesse entrate è costituito dall’incasso dei diritti di segreteria, principalmente legati alla gestione del registro delle imprese: dal dibattito sono emerse forti preoccupazioni sulle conseguenze della “riforma”, sia sul futuro occupazionale dei dipendenti dell’ente pubblico e delle aziende speciali, sia sui servizi erogati alle imprese e ai cittadini.

Nel merito gli oltre 100 dipendenti della Camera di commercio di Cuneo e dell’azienda speciale per la promozione del territorio si domandano se il trasferimento della funzione del registro delle imprese al MISE comporterà il passaggio degli addetti allo stesso Ministero; si domandano inoltre come potranno essere esercitate le altre funzioni attribuite all’ente camerale dopo il dimezzamento delle risorse e il successivo loro azzeramento; particolare timore viene espresso rispetto al futuro delle sedi decentrate sul territorio, che rischiano di essere le prime vittime dei tagli con ripercussioni, in considerazione delle dimensioni della nostra provincia, sia sui lavoratori, sia sugli utenti.

Il processo di riforma della Pubblica Amministrazione e in particolare delle Camere di commercio necessita di un percorso che faccia perno sulla salvaguardia dei livelli occupazionali e salariali e sul mantenimento della gestione pubblica di importanti attività quali il controllo sulle imprese, la regolazione del mercato, l’indirizzo economico, la risoluzione delle controversie e la tutela del consumatore. Con l’attuale impianto della riforma si rischia di mettere invece in grave crisi l’attuale sistema camerale, affossandolo senza aver creato una alternativa efficiente e, a fronte di un risparmio medio annuo di meno di 70 euro ad impresa (nel caso d riduzione del diritto annuale del 50% e ipotizzando che le attività “cedute” al Ministero o ad altri siano gestite a costo zero per la collettività), di penalizzare da un lato le stesse imprese (perché, ad esempio, diminuirà la qualità dei servizi ora offerti anche grazie alla professionalità acquisita nel tempo dal personale, e perché per l'ente sarà impossibile finanziare le attività di promozione, di erogazione di contributi alle imprese, di sostegno al credito e di supporto all’internazionalizzazione) e dall’altro lato i dipendenti, con un peggioramento delle loro condizioni di lavoro o addirittura con la perdita del posto (si calcolano per ora circa 2.500 esuberi a livello nazionale), scaricando su di loro tutto il costo del taglio.

Per questo si ritiene necessario che il Governo apra immediatamente con CGIL-CISL-UIL un tavolo di confronto sulle materie della riforma, che preveda una razionalizzazione delle aziende di sistema e delle aziende speciali, uno snellimento dei livelli, che punti ad eliminare le sovrapposizioni e che ridisegni la rete dei servizi in funzione dell’innovazione produttiva e nel quadro del riassetto istituzionale e amministrativo del territorio, ponendo però al centro della discussione SERVIZI e OCCUPAZIONE, a rischio in assenza di un confronto serio e costruttivo.

Per queste ragioni l'assemblea aderisce alla proclamazione dello stato di agitazione del personale di tutte le Camere di commercio ed esprime il suo pieno appoggio alla manifestazione nazionale del 23 luglio a Roma.

L’assemblea dei lavoratori della Camera di commercio di Cuneo

cs

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