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Attualità | 23 settembre 2014, 11:47

La scuola è come una tigre ferita che tenta in tutti i modi di difendere i suoi cuccioli da un predatore instancabile, la recessione, e deve farlo da sola, perché “vedova” dello Stato

Lettera di un nostro lettore in riferimento alla mamma di Saluzzo che lamenta il taglio delle ore di sostegno alla propria figlia

La scuola è come una tigre ferita che tenta in tutti i modi di difendere i suoi cuccioli da un predatore instancabile, la recessione, e deve farlo da sola, perché “vedova” dello Stato

Buongiorno,

scrivo in riferimento alla lettera della mamma saluzzese che descrive una sfaccettatura della scuola di oggi. Lo faccio un po’ di getto e senza curarmi di entrare in specifiche tecniche.

Ebbene … ad oggi, così come ieri e temo in futuro, ci vendono come inevitabili i tagli nella gestione dello stato, ci illustrano poi investimenti ad hoc per migliorare i servizi, ma quanti hanno il quadro complessivo della situazione?

Si parla dell’erosione delle ore di sostegno nelle suole, ma sostanzialmente questa è partita anni fa!

Ogni Istituto dovrebbe avere una commissione preposta a dividere le ore/insegnanti di sostegno in favore delle situazioni presenti nell’istituto, con tanto di Rappresentante dei genitori.

Fino a 5 anni fa aveva ancora senso che tale commissione ragionasse su come distribuire le energie, ora è inutile, si identificano i casi che hanno bisogno di assistenza perché l’alunno non è autonomo, e si cerca di coprire almeno loro. Altro che permettere ai casi “certificati” di allinearsi nell’apprendimento ai propri compagni. Il solco è destinato piuttosto ad allargarsi. Certo chi guarda da fuori non riesce a spiegarsi la cosa. Ma la famosa riforma Gelmini, nell’immediato contrastata a mio parere sugli elementi in realtà meno importanti, una riorganizzazione della scuola che nessun governo successivo si è sognato di correggere, ha lentamente e inesorabilmente concluso il suo cammino distribuito in più anni, portando drastici tagli, a cui si aggiungono i correttivi fatti in parallelo dallo Stato e l’impossibilità delle amministrazioni locali di sopperire alle mancanze.

Ad esempio si toglie la mensa la prima settimana di scuola (a Cuneo), anche a chi fa il tempo pieno/corto, obbligando quindi a eliminare le ore pomeridiane, e perdere di conseguenza tempo scuola. Questo per limare qualche migliaio di euro in bilancio. Qualche anno fa avevano tentato di farlo per tutto il mese di settembre! È sintomatico e non tanto da condannare, ma da tener conto come livello di allarme.

Oppure gli Istituti riorganizzano gli orari, chi con ore di lezione distribuite in orizzontale, chi contemporaneamente in verticale, nel tentativo di serrare i ranghi delle risorse umane e ridurre i costi, sempre sottolineando la valenza del modulo rispetto alla didattica.

Fino a qualche anno fa le finanze scolastiche erano gestite su conti bancari intestati alle scuole, e un’oculata gestione permetteva di avere qualche euro di interesse da investire in qualche modo. Ora il Tesoro si tiene lui in gestione le risorse destinati alle scuole, non è un esproprio, ma anche questo indicativo del fatto che lo Stato fa cassa in ogni modo.

Alcune scuole finiscono mediamente a ottobre/novembre i fondi a disposizione per le supplenze, e quelli per le fotocopie sono ridotti all’osso.

Si passa dall’insegnante di lingua straniera come figura professionale e specifica, trasformazione che non ha il tempo di applicarsi che si torna ad affidare l’insegnamento ad una polivalente. Forse anche qui per risparmiare.

In tutto questo i Dirigenti e gli insegnati cercano di studiare soluzioni consone alle proprie “utenze”, perché gli alunni ormai sono a norma di legge dei fruitori di un servizio come un altro.

Sarebbe ora che la smettessero almeno di venderci che l’Italia, finita la stagnazione, ripartirà bella e pimpante, perché parallelamente il Sistema Paese è stato impoverito, non in modo irreversibile… ma al momento nessuno sembra voler invertire la rotta, e ci ritroveremo forse con un segno più nell’economia, ma lungo la strada ne avranno fatto le spese i più deboli.

A mio vedere la scuola (insieme ad altre realtà) è come una tigre ferita che tenta in tutti i modi (almeno chi al suo interno la ama ancora) di difendere i suoi cuccioli da un predatore instancabile, la recessione, e deve farlo da sola, perché “vedova” dello stato.

Luca Isoardo

(scrivo a titolo personale, cioè padre di due alunni e figlio d’insegnante in pensione. Ma sono da sei anni rappresentante dei genitori presso l’Istituto Comprensivo Oltrestura e Presidente uscente del Consiglio d’Istituto)

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