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Attualità | 26 novembre 2014, 21:29

Storie di mafia dimenticate

29 Novembre 1996: la Mafia uccide Celestino Fava. Vittima a 22 anni senza giustizia, mai processati i colpevoli.

Storie di mafia dimenticate

29 Novembre 1996: la Mafia uccide Celestino Fava.
Vittima a 22 anni senza giustizia, mai processati i colpevoli

Quella di Celestino Fava è una storia di mafia, è la drammatica sorte di un ragazzo di 22 anni che viene assassinato a colpi di fucile nelle campagne di Palizzi (Rc) assieme all'amico Antonino Moio.
Vittime di ndrangheta mentre lavoravano in una masseria, vittime senza un colpevole:la famiglia Fava ancora oggi chiede giustizia anche se le indagini sono state archiviate.

L'avvocato Alessio Ghisolfi che, oggi, celebra il ricordo di Fava nell'anniversario dell'agguato afferma: "Sebbene le indagini siano state archiviate e nessuno sia stato processato presso il Tribunale di Locri è opportuno rammentare questa pagina di ingiustizia italiana perché è l'unico strumento che rimane per cercare la verità sul delitto mafioso di Palizzi. Secondo gli inquirenti questo giovane non aveva ombre e così la sua famiglia. Probabilmente un agguato trasversale e Celestino sarebbe stato un testimone scomodo. E' aberrante che lo Stato si dimentichi di questa vittima, è aberrante che non ci sia interesse nella ricerca della verità".

Nino e Celestino vengono cancellati dalla vita e scompariranno, rapidamente, dalla memoria del Paese, assorbite dalle migliaia di altre vittime di mafia. Assassinati a fucilate nella Calabria degli anni novanta, quella stessa che vide l'istituto tecnico di Brancaleone  e l'opinione pubblica calabrese scendere in  piazza per gridare no alla mafia e chiedere verità sulla morte dei due giovani.

"Quando la memoria scolorisce e cancella il ricordo di un delitto così efferato è sempre possibile per ogni cittadino italiano riprendere l'attenzione, dovuta, per cercare la verità. E' cio che, oggi, con questo ricordo vogliamo riaccendere. Conosco le difficoltà della zona a fronte di alcune udienze tenute presso il Palazzo di Giustizia di Locri, città che mi ha colpito per l' assenza dello Stato che devo dire è impressionante  a fronte di un pressante desiderio di riscatto della popolazione" conclude Alessio Ghisolfi.

cs

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