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Politica | 30 luglio 2014, 19:48

L’assessore al Bilancio di Borgo San Dalmazzo, Roberta Robbione, spiega nel dettaglio le motivazioni che hanno portato all’aumento delle imposte comunali

“Il dibattito in corso potrebbe fuorviare dalla realtà, che è quella degli enormi tagli e trasferimenti che il comune sta subendo”

L’assessore al Bilancio di Borgo San Dalmazzo, Roberta Robbione, spiega nel dettaglio le motivazioni che hanno portato all’aumento delle imposte comunali

Giovedì scorso il consiglio comunale di Borgo ha approvato il bilancio di previsione, dopo un lungo dibattito tra maggioranza e minoranze. Abbiamo incontrato l’assessore al Bilancio, Roberta Robbione, che ha spiegato nel dettaglio le motivazioni delle scelte dell’Amministrazione.

Dal punto di vista contabile il bilancio segue evidentemente tutti i parametri della corretta gestione del denaro pubblico, è in pareggio, ma è un bilancio di scelte difficili, ma consapevoli e di assunzioni di responsabilità, i dati non vanno taciuti ed anzi va spiegato ai cittadini il percorso, che è stato accidentato, difficile, e soprattutto obbligato”.

Per ogni effetto, c’è una causa: il mancato trasferimento dell’Imu prima casa ha avuto come effetto l’istituzione della Tasi sull’abitazione principale. L’aumento dell’aliquota Imu da 8,1 a 10,1, invece, ha più cause: l’Imu dei fabbricati categoria produttiva (1milione e 200mila euro) è stata introitata direttamente nelle casse statali; l’Imu versata dai cittadini (1 milione di euro) è stata e trattenuta dal Ministero per alimentare il Fondo di Solidarietà; la quota del medesimo fondo destinata a Borgo è diminuita di 150mila euro; i tagli ai costi della politica fanno segnare meno 26 mila 316 euro, la legge di stabilità 2014 impone meno 13 mila 484 euro, il taglio legato alla spending review ha una quota incrementale 43 mila 500 euro, per un importo complessivo di 471 mila euro; meno altri 80 mila euro presunti, in attesa del decreto ministeriale, dal decreto Irpef 2014. Le partite pregresse che non possono essere recuperate, a causa della crisi economica che attanaglia il Paese ammontano a meno 200 mila euro circa; altri 100 mila euro in meno sono legati ai non introiti dell’addizionale Irpef”.

L’Assessore spiega anche che negli ultimi 5 anni la situazione per gli enti locali è andata via via peggiorando. “Più e più volte si è sottolineata la posizione degli enti locali che si sono visti con sempre maggiore forza tagliare le risorse. È sempre sembrato a questa Amministrazione di stare toccando davvero il fondo, con sensazioni di incredulità e stizza, ma sempre con la voglia di risalire, di andare oltre, di rimboccarsi le maniche da buoni amministratori che antepongono il lavoro al lamento sterile. Davanti a certi numeri non si può cadere in derive populiste o promettere l’impossibile, il punto d’arrivo è continuare con fatica a mantenere i servizi, a non innalzare il livello della spesa – con le ovvie eccezioni delle spese per utenze che evidentemente non sono soggette a valutazioni discrezionali e autonome dell’Amministrazione. Quest’anno per riuscire a non aumentare il livello di imposizione generale avremmo dovuto chiudere mense scolastiche, abolire i trasporti, non togliere più la neve… Ci sono scelte che non possono non prendersi, ci sono momenti in cui gli atti di responsabilità pesano come macigni, ma si devono assumere oppure il Comune va alla deriva”.

Nonostante le difficoltà, l’Amministrazione ha comunque proseguito e ampliato gli interventi a supporto dei cittadini in difficoltà allargando la platea delle famiglie che possono richiedere agevolazioni sulla TARI, mantenendo le agevolazioni sui servizi scolastici (mensa e trasporto), incrementando il fondo per il sostegno all’autonomia dei bambini portatori di handicap ed il fondo per le emergenze abitative; per quanto riguarda le attività produttive maggiormente colpite nel corso del 2013 dall’introduzione della TARES, intende individuare delle modalità per rendere meno impattante il carico sostenuto dalle stesse.

Ogni volta che si compie una scelta, si guarda esclusivamente al futuro della città – conclude Robbione -. Noi denunciamo con voce alta e ferma le oramai non più sostenibili regole del patto di stabilità, ma ne teniamo conto nel nostro agire per non complicare ulteriormente la vita dei nostri cittadini poiché non rispetto del patto equivale, ad oggi, ad avere maggiori sanzioni ed ulteriori tagli sul bilancio del prossimo anno. Si può ribadire che il nostro Comune presenta dal punto di vista contabile un bilancio sano ed in equilibrio; dal punto di vista della sua azione politica denuncia invece una situazione di grave soffocamento dell’azione amministrativa data dal vedersi portare via delle risorse che andrebbero invece spese sul territorio per il bene di tutti i cittadini di Borgo san Dalmazzo”.

 


Barbara Reghezza

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