Sabato 7 agosto, a partire dalle 21, all’interno del percorso multimediale 'Montagna in movimento' nel Forte Albertino di Vinadio, si svolgerà la performance itinerante 'La danza sulle punte', spettacolo prodotto e organizzato dall’associazione culturale Marcovaldo, con la collaborazione di Roberta Chiocchi, Fabrizio Variale e dei ballerini e degli attori del Gruppo Danza G.A. di Torino Per consentire a tutti la miglior visione possibile dello spettacolo, l’ingresso avverrà a intervalli regolari di 15 minuti per gruppi formati al massimo da 30 persone. È pertanto consigliata la prenotazione telefonando al numero 3404962384.
“Gli spazi del percorso multimediale ‘Montagna in movimento’ – spiega Raffaella Degioanni, ideatrice dell’evento e responsabile del Forte di Vinadio per l’associazione culturale Marcovaldo - prendono vita, attraverso i corpi dei ballerini che si muovono a ritmo di parole, di rumori e di suoni, si amalgamano e si perdono nelle proiezioni dei paesaggi, mutando anch’essi con il passaggio delle stagioni. La danza contemporanea diviene così il principale veicolo che trasmette a ‘tuttotondo’ le sensazioni e i significati delle otto sezioni che si sviluppano lungo i camminamenti del Forte di Vinadio”.
Nella prima Performance - 'Paesaggio verticale' - tre danzatori ricreano, attraverso il movimento del loro corpo in un unico grande scenario naturale, costituito da tre videoproiezioni, le sensazioni di un paesaggio che si muove in verticale. Nella seconda – 'Adrech e Ubac' - un uomo e una donna rispecchiano l’uno nell’altra due corpi e due volti completamente opposti, crescendo dall’ombra per poi riscoprirsi alla luce del sole. Nella terza – 'I mestieri' - uomini e donne di Vinadio, montanari di nascita e di tradizione, filano la lana, impastano croset, impagliano sedie e realizzano ceste di vimini. Nella quarta – 'Passaggi d’Arte' - un danzatore si trasforma in strumento di pittura e dipinge, con il proprio corpo nello spazio, come un pennello sulla tela. Nella quinta – 'Le Guerre del Novecento' - un performer affiancato da attori, dà vita con il proprio corpo alle lettere scritte da alcuni soldati vinadiesi durante la Prima Guerra Mondiale, creando un’atmosfera parallela tra parole e movimento. Nella sesta – 'La galleria delle Ombre' - all’interno di strutture cuboidali, vengono messe in risalto le ombre del corpo dei danzatori in movimento, che esprimono la fatica, la costanza e la forza del duro lavoro dei montanari. La settima performance – 'Un’emigrazione senza ritorno' -, ispirata alla forma circolare, prende vita in uno spazio allestito con una serie di pneumatici, metafora dell’emigrazione dalla vita contadina a quella operaia. Nell’ottava e ultima – 'Le nuove prospettive' - una grande scala in pietra simboleggia la crescita della montagna in ogni sua sfaccettatura. I danzatori portano lo spettatore, scalino dopo scalino, a riflettere sulla crescita di movimento del corpo, che rappresenta la continua ascesa verso nuove prospettive, nuove progettualità in grado di ridare vigore alle vallate cuneesi.