Il presidente di Uncem Piemonte Lido Riba, tramite un comunicato, esprime il suo totale disaccordo su quanto è stato deciso dal Ministero dell'Interno nella giornata del 4 febbraio in merito al riparto dei fondi nazionali ai Comuni “montani” del Piemonte e delle altre Regioni Italiane. Su un totale di 16 milioni di euro, al Piemonte ne tocca, in totale, poco più di uno.
Il criterio di distribuzione, tra i 559 comuni della Regione, si basa sul numero di abitanti. Riba definisce questo criterio una " decisione assurda, semplicistica. Gli effetti sono immaginabili. I grandi Comuni dei fondo valle ricevono gran parte delle risorse e i piccoli centri delle vallate alpine e appenniniche, le briciole. Pochi spiccioli. In cima alla classifica ci sono Pinerolo (Comune che non si trova più in Comunità montana) che riceve 45.356,68 euro, Domodossola con 23.724,40 euro, Giaveno con 20.775,30 e Omegna, con 20.703,03 euro. Tutti grandi centri, città di grandi dimensioni. E i piccoli Comuni delle Terre Alte, con pochi abitanti, grande dispersione territoriale, molte frazioni, sovracosti nell’organizzazione dei servizi per i residenti? Tutti in fondo alla classifica, con cifre che fanno sorridere" - prosegue il presidente di Uncem Piemonte.
Per quanto riguarda la provincia di Cuneo, dove le Terre Alte abbondano, si scopre che a fare la parte del "leone" - si fa per dire - c'è Borgo San Dalmazzo, cui spettano 15.589 euro. A seguire, Busca e Boves, con poco più di 12.500 euro. Seguono via via Barge, Dronero, Caraglio, Verzuolo, Bagnolo, fino ad arrivare a Entracque che, con 1004 euro, è l'ultimo comune a superare quota 1000 di contributo. I piccoli comuni delle nostre valli, da Martiniana a Monterosso, da Nucetto ad Aisone, le cifre si abbassano sempre di più, fino ad arrivare ai 106 euro di Argentera, i 99 euro di Marmora e i 61 euro di Briga Alta.
"Gli ultimi Governi - continua Riba - hanno cercato di risolvere tutti i problemi della macchina amministrativa italiana, togliendo le Comunità montane additate come fulcro della spesa e dello sperpero del denaro pubblico e dunque dannose per il sistema. Dopo due sentenze della Corte Costituzionale, che ne impedivano l’eliminazione dai tavoli dei palazzi romani, la materia è stata demandata alle singole Regioni. Ma lo Stato ha eliminato il fondo montagna. E la suddivisione di una parte di quei fondi, è priva di criterio. Manca cioè la consapevolezza dei bisogni delle Terre Alte e dei piccoli Comuni in cui sopravvive un modello di socialità, di cultura e di organizzazione amministrativa diverso dalla pianura, da comprendere e sostenere con strumenti differenti. Le Comunità montane sono, qui in Piemonte, la chiave di volta indispensabile per garantire alle Terre Alte servizi e strumenti grazie ai quali sopravvivere, creando sviluppo a partire dalle ricchezze del territorio. Lo ha compreso bene la Regione Piemonte che nel bilancio ha previsto 20 milioni di euro per garantire la sopravvivenza e naturalmente la crescita degli enti. Un sostegno concreto alla montagna. Nato non certo con i criteri di questo ennesimo provvedimento statale improvvisato".