Caro Borgna,
mi accorgo che le sue incitazioni "comuniste", come dice lei, sono un po' deboli. Al fine di stimolare una completa riflessione sull'economia e sulla politica di oggi, provo ad inviare qualche mia riflessione...
I problemi dell'Italietta derivano dal nostro superdebito e dalla nostra cultura sempre più bizantina. Abbiamo avuto una crescita economica drogata per anni. Spendevamo più di quanto potevamo permetterci e siamo arrivati ad un superdebito, con super-interessi. Questo per dare tutto a tutti, in decenni di governi brevissimi che non hanno lasciato altro ricordo al paese che il debito pubblico. La forza del Paese, caro Borgna, non sta nelle pensioni, come lei voleva farci credere qualche settimana fa, con il suo richiamo tipo "Compagni di tutto il mondo, unitevi!", applicato ai pensionati (che dovrebbero riscoprirsi compagni a comando al richiamo di un sindacalista?).
La forza del Paese non sta, numeri alla mano, purtroppo, neanche solo nei giovani, che sono pochi e sono anche, e questo è un problema serio, assai svantaggiati. La forza del Paese è in chi produce. E in questo, pur preferendo io gli italiani agli ultimi arrivati, devo riconoscere che gli immigrati che lavorano sodo fanno parte della nostra forza. La forza del Paese è in chi si sveglia la mattina per andare a lavorare, in chi tiene botta, in chi cerca di migliorare sempre i propri prodotti. La forza del Paese non è nella spesa pubblica, perché questa spesa pubblica qualcuno la deve pagare… Lavorando nel privato!
Non è nei consiglieri di sinistra che dichiarano a TargatoCN di aver fatto tutto il possibile per assumere nel Comune di Cuneo più impiegati possibile. Ci siamo ammalati di spesa pubblica, un ossigeno che subito ti anima ma poi ti lascia sempre più fiacco. E ci siamo ammalati anche di sindacati, fino a trovarci persino la FIAT (assurdo paradosso) che ci dice: "In Italia, no grazie!".
Diamo a Cesare quel che è di Cesare. Berlusconi si è innestato su una situazione non bellissima ed ha avuto alcune sfortune non attribuibili a lui. Diciamone alcune: l'11 settembre, la guerra, il terremoto in Abruzzo, la crisi finanziaria del 2008, l'alluvione in Veneto. L’Italia NON RUOTA intorno alle quote latte, al recupero dell'inflazione delle pensioni o ai sindacalisti della scuola (che ci hanno riempito di professori inutili secondo tutte le statistiche mondiali). La spesa sanitaria è volata alle stelle. Provi a dire al suo amico Vendola perché "non vuole esprimere un giudizio" sulle accuse di corruzione del suo intimo amico l'assessore alla Sanità Tedesco. Il nostro è un sistema corrotto, certamente, a destra e a sinistra. Tedesco del PD dovrebbe insegnare quale lezione all’attuale assessore alla Sanità del Piemonte? Quali valori? Quale morale? Quale deontologia? Quale sistema innovativo? Berlusconi si è inserito in una realtà che non ha formato da solo.
Le ricordo che il suo partito, comunista come ha scritto lei di recente, prendeva i soldi da uno stato nemico, l'Unione Sovietica, tutto tranne che democratica e amante dei diritti dell'uomo. Dunque, non diamo a Berlusconi o alla Lega (uno dei pochissimi partiti puliti) tutte le colpe. Le ricordo che un certo Romano Prodi ha promesso, in campagna elettorale, di riaprire le finestre per le pensioni. E’ stato votato e lo ha fatto. Sa quante decine di milioni di euro sono state mandate in fumo con quest’astutissima mossa del vostro economista di spicco? Un vero genio, con il plauso dei sindacati.
In Italia non esiste la meritocrazia. Abbiamo università piene di figli di professori, non certo per straordinari meriti accademici. Eppure il suo partito ha dato addosso anche alla riforma universitaria. Così come si era stupito che la Gelmini non stabilizzasse l'incredibile platea (costituita dalla sinistra a fini chiaramente elettorali) di precari della scuola, centinaia di migliaia di professori che nessuno sapeva più dove mettere.
Ora lei scrive: "ma mi faccia il piacere". Le ricordo che i salotti bene di sinistra sono molto di più di quelli di destra. Conosco autentici “comunisti” che chiamano, qualche anno dopo la rivoluzione francese e la guerra di secessione, da comunisti, ancora “serva” la domestica. E siamo diventati bizantini, bizantini un po' tutti nell'anima, ognuno con il suo orticello, ognuno a cercare la sua piccola posizione di rendita. E abbiamo perso il senso del funzionamento del Paese.
Dunque cerchiamo di andare oltre. Gaber cantava "ma cos'è la destra, cos'è la sinistra". Vediamo quello che è giusto e sbagliato, con meno clamore e più dialogo. Con quello che abbiamo speso per la Salerno Reggio Calabria, opera infinita per sempre incompiuta, pozzo senza fine di risorse e di scandali giudiziari, avremmo finanziato tante di quelle ricerche sanitarie da guarire molte malattie. Con l'esempio di mala gestio della Sanità in Puglia Vendola faticherà a far credere che la sinistra sia più pulita della destra. Non fermiamoci al vero Marrazzo contro il presunto Berlusconi.
Ma venerdì sera, a Mondovì, si riunisce il PD, il quale, immemore ormai dei conti lasciati in eredità dalla Bresso (praticamente il Titanic a due metri dall'iceberg) ora specula sul piano di rientro che Cota ha dovuto firmare...
Ma mi faccia il piacere…
Con viva cordialità
Laura Mansovino