L’esposizione, nelle suggestive sale del castello che ben si prestano ad offrire un canale alternativo di visibilità per una delle più moderne forme d’arte, propone una rassegna di opere “informalmente digitali”: quadri dai colori accesi e magnetici frutto di una creativa rielaborazione digitale della materia prima costituita da fotografie scattate dall’autore stesso. Ritratti o soggetti urbani sui quali il processo del fotoritocco, istintivo e non accademico, getta una luce deformante e suggestiva, di una densità soggettiva che scardina l’impronta del procedimento tecnico e carica gli oggetti di atmosfere espressioniste, quasi ai limiti dell’astrattismo, esaltando l’assoluta libertà d’espressione di sé.
All’inaugurazione parteciperà con una propria performance la giapponese signora Kazuko Hiraoka, Maestra di Shodo della rinomatissima scuola Akitsu-Kai, la più importante Scuola di calligrafia tradizionale in Giappone. Un accostamento antinomico tra l’iper modernità del digitale e la tradizione secolare del pennello e dell’inchiostro ma, anche, una suggestiva coesistenza capace di suggerire sottili assonanze tra l’istintualità liberata dalle mediazioni digitali del “diginformale” e la manifestazione più autentica dell’essere e dello spirito nel segno calligrafico unico e irripetibile tracciato sulla carta di riso. Una sequenza fluida di gesti, ad un tempo controllati ed istintivi, attraverso i quali lo Shodo - nella cultura tradizionale giapponese significativamente forma d’Arte e Via di Conoscenza - conduce l’artista ad attingere dal proprio essere le radici più profonde dell’energia, materializzando nella squisita bellezza di ogni tratto grafico l’espressione della più completa unione di corpo e mente.
Per ulteriori informazioni: www.diginformale.it
(c.s.)