“Rimarremo oppure no nel Gruppo? A quali condizioni? Con quali garanzie? Aiutateci a fare chiarezza sul futuro dei nostri stabilimenti”.
Così le rappresentanze sindacali unitarie e provinciali ai sindaci e amministratori di Garessio e Ormea giovedì pomeriggio nella sala consiliare garessina, durante la commissione lavoro convocata per discutere sulla questione “San Bernardo”, dal 1998 marchio del gruppo “Sanpellegrino”.
In questo periodo si sta concludendo la cassa integrazione ordinaria che da inizio aprile ha interessato una quindicina di dipendenti e a Ormea prende il via una nuova linea per la produzione di boccioni “che però non è investimento “Sanpellegrino” – hanno precisato Andrea Basso Flai Cgil Cuneo e Franco Ferria Fai Cisl Cuneo - ma di una società di Milano che ha siglato un contratto per cinque anni”. Nell’estate si registrerà il solito incremento delle vendite dovuto alla stagionalità, ma nell’autunno che succederà?
“Da mesi si vocifera di una possibile trattativa per la cessione dei siti di Garessio e Ormea, ma in proposito le informazioni restano vaghe - hanno continuato Basso e Ferria - La politica aziendale è stata penalizzante per San Bernardo rispetto ad altri marchi del Gruppo: le vendite sono dimezzate e non abbiamo più neppure un’esclusiva sul mercato regionale”. In ultimo, ma non per importanza, l’aspetto legato alle concessioni: “Su un potenziale d’acqua di 1 miliardo e 200 milioni di litri annui San Bernardo ne imbottiglia circa 150 milioni. Le amministrazioni che tutelano le proprie risorse naturali devono chiedere chiarimenti”.
Da parte degli amministratori presenti e dei sindaci di Garessio Renato Chinea e Ormea Gianfranco Benzo: “massima priorità per la tutela dei posti di lavoro. Ne discuteremo in Provincia, insieme all’assessore al lavoro Blengini e all’azienda non appena verrà fissato un incontro”.