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Attualità | 20 novembre 2013, 08:14

Sedici giorni per stabilire a chi tocchi raddrizzare quello specchio. Poi un articolo di giornale e voilà, tutto risolto in 24 ore

Intervento dei cantonieri comunali di Sanfront, ieri mattina, nel tratto di Provinciale 26 verso Paesana, sventrato da un incidente stradale il 3 novembre scorso

Lo "specchio delle vergogna", finalmente rimesso in piedi

Lo "specchio delle vergogna", finalmente rimesso in piedi

Era davvero una questione di “competenze”. Come temevamo. E come avevamo provato a ipotizzare nei giorni scorsi. Un ignobile e stucchevole palleggio “giocato” sulla sicurezza degli automobilisti in transito. Poi troncato da una telefonata risolutiva e dai toni non propriamente "al miele".

Altre mani pietose, questa volta quelle dei cantonieri del Comune di Sanfront, nella tarda mattinata di ieri, martedì 19 novembre, sono intervenuti nel tratto di Strada Provinciale 26 che unisce Sanfront a Paesana ed hanno finalmente raddrizzato quello specchio troppo a lungo lasciato vergognosamente inclinato su se stesso e di conseguenza utile forse soltanto ai tanti caprioli che popolano la zona. Sedici giorni: tanti ne sono serviti per stabilire a chi mai toccasse di afferrare a due mani quel palo in ferro con all’estremità appesi un cartello segnaletico ed uno specchio rotondo di una settantina di centimetri di diametro e di rimetterlo in posizione verticale per rendere meno “avventurosa” (usiamo un eufemismo) l’immissione sulla Provinciale 26 a chi proviene dalla frazione Rocchetta. Tanti ne sono infatti trascorsi dal giorno in cui il camion carico di bovini di Claudio Bonansea (che sembra stia lentamente ma tenacemente migliorando) lo aveva abbattuto prima di sventrare la spallina del ponte tuffarsi nel vuoto da un’altezza di 10 metri.

Troppi. Specie se legati ad una mera quisquiglia burocratica, qual è la “competenza”. Ancor più se si considera che l’intervento è avvenuto appena 24 ore dopo l’indignato grido di vergogna urlato al cielo dai giornali. Anche se ora ci diranno che quell’intervento era programmato da tempo.

Eppure così  funzionano le cose. Così funzionano taluni uffici tecnici. Sempre troppo attenti a quanto scrive la stampa. Molto, ma molto meno alla sicurezza dei “viandanti”. In un Paese normale dovrebbe essere il contrario.

W.A.

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