“Pronto Ospedale Ceva !?! “... Caro Gianni ora sono sicuro che se qualcuno avesse la inconcepibile ed utopistica possibilità di telefonare Lassù, sentirebbe la tua voce rispondergli “Pronto Paradiso!”. Perché è fuor di dubbio che San Pietro ti abbia subito sistemato davanti ad un centralino. Questa assurda stravaganza con cui inizio queste poche righe di commiato è per sottolineare quanto sia stata diligente e preziosa la tua attività nel nostro caro e vecchio Ospedale, così zelante e puntuale che non può non averti fatto immediatamente meritare il ruolo di referente degli Angeli. Avrai già probabilmente incontrato Giovanni, Clemente, Beppe, gli indimenticati colleghi che ti hanno preceduto. Già mi pare di vederti intento a compilare i turni di servizio, come hai fatto per oltre trent’anni, durante i quali hai sempre garantito, con la tua immensa generosità, un cambio turno, una sostituzione o la messa a disposizione della tua perizia per far impratichire nella maniera migliore i nuovi che si accingevano ad intraprendere le tue stesse mansioni. Qualcuno si ricorda quando da ragazzotto a calcio giocavi in porta e scorrazzavi con la bici su è giù per Piazza d’Armi o alla Torretta, il tuo borgo, a cui ti legava un fiero senso di appartenenza e di cui eri un Personaggio importante e benvoluto. Altri si rammentano di quando alla sera al bar del rione, tra una partita a carte e l’altra, raccontavi di aver la testa rintronata dopo un’intera giornata passata a collaudare la sonorità delle marmitte alla fabbrica di via della Braia. Molti hanno avuto in comune con Te alcune passioni; prime fra tutte la Juve e le canzoni degli anni Sessanta. Io, invece, per aver potuto per tanto tempo contare sulla tua impareggiabile collaborazione, desidero soffermarmi, senza ombra di retorica, su quello che oggi viene genericamente definito “professionalità”. Questa peculiarità per Te aveva una valenza molto ampia ed articolata perché stava a significare: cortesia, simpatia, preparazione, assertività, ironia, competenza, bontà, educazione, affabilità, intuizione, riservatezza, solerzia, efficienza. In altri termini hai riunito nell’ambito del tuo stile di relazione e di vita una molteplicità di valori, tutti altamente positivi. Per questo più generazioni di dipendenti, che hanno lavorato o che ancora lavorano su a San Bernardino, si sono a lungo affettivamente alimentati della tua rara giovialità, della tua infinita saggezza, considerandoti una sorta di fratello maggiore, ma soprattutto di grande e sincero amico. Non credo ci sia anima tra le migliaia che vivono nei nostri paesi e nelle nostre contrade che non abbia, almeno una volta, avuto modo di usufruire, in qualità di utente dei servizi sanitari, della tua capace disponibilità a fornire la risposta più pertinente ed utile ad ogni sua necessità.
Quando è sopraggiunto il tempo di andare in pensione e si sono giocoforza affievoliti i rapporti con tanta gente, hai trovato nella tua grande sorella Angela quella che ha continuato a “viziarti”, consentendoti di creare in casa quel tuo “piccolo regno” dal quale, attraverso la rete informatica, facevi sentire che c’eri ancora e potevi seguitare a dispensare a tutti la tua amicizia. Poi, quasi all’improvviso, oserei dire con la stessa signorilità con cui hai sempre vissuto, per non disturbare troppo, te ne sei andato lasciando chi è rimasto arricchito del regalo del tuo ricordo.
Grazie quindi di tutto, ed a nome di tutti, e permettimi di sentirmi orgoglioso di aver potuto condividere con Te tanti momenti lieti e meno lieti di una grossa fetta di vita.
Ciao Gianni ... salutaci le stelle...