Buonasera,
circa un'ora fa ho letto la risposta che avete pubblicato, alla mia del 20.06 nella quale (bando all'ipocrisia!) parlavo di parto senza gioia... Non voglio essere presuntuosa nel dire che forse mi sono permessa di dire ad alta voce, quello che magari non tutte, ma tante donne pensano, e cioè che il parto, pur essendo la dolorosa porta da varcare per affacciarsi all'esperienza indescrivibile di una nuova vita che arriva, sia comunque SEMPRE uno dei momenti più dolorosi fisicamente, che noi donne siamo destinate a passare. Premetto che scrivo questa lettera, dopo aver messo a dormire tre figli, cosa che mi risulta ormai rara, visto che il caro vita negli ultimi anni, porta molte famiglie a dover rinunciare, veder scorazzare per la casa frotte di frugoletti urlanti.
Solo dopo due parti naturali e discretamente "veloci" (3-6 ore), ho voluto provare la "famosa" iniezione, di cui il nostro ospedale si fa porta-bandiera, sventolando nel reparto di ostetricia, tanto di cartelloni pubblicitari che avvisano le future mamme, che possono farne richiesta, ecc.... non come dice la signora che risponde: "... Questa visione spaventosa di un fenomeno naturale ...", "... un diritto imprescindibile all'affrancazione dalle atrocità del parto ...", " ... la donna che sceglie l'epidurale non è libera, non è emancipata, non è stata informata sui rischi che correranno lei e il bambino; è una donna che è stata convinta di non essere in grado di partorire con le proprie forze, è una donna debole ed impaurita. Non esiste conquista sociale in questo ..." , non mi dilungo a ricopiare, ma penso di aver reso l'idea su quali frasi mi sono soffermata.
A parte che nel 2011, al convegno hanno partecipato non gli ultimi furbetti del quartiere, ma persone sicuramente con un minimo di competenza in più rispetto alla nostra, ma peraltro, è stata aperta la porta a una nuova scelta e ripeto scelta, per ognuna di noi, ad affrontare un momento così delicato. Se una persona adulta, sceglie una strada, un percorso medico, va da se, che sia pienamente informata, se non dalle strutture sanitarie, sono sicura che l'abbia fatto in maniera privata. L'emancipazione nulla c'entra con la discussione, la libertà invece sì. Libertà di affrontare un percorso con tutte le possibili soluzioni. Mi viene da pensare che forse ci troviamo di fronte a persone che si rifiutano di assumere qualsiasi medicinale, per affidarsi a tutto quello che di più naturale offra la nostra terra, come gli infusi, i decotti, i centrifugati, ecc...
Ma mi chiedo anche, davanti a una qualsiasi malattia, (e nella mia famiglia, per mia sfortuna ne ho viste ben cinque negli ultimi anni), siamo disposti ad affidarci sempre al fato, al naturale decorso degli eventi, o ci aggrappiamo a tutto quello che la scienza ci offre, per affrontare perlomeno con serenità il duro percorso??? Si parla di informazioni non corrette, ma dissento anche da questo, perchè si presume che una persona adulta, o perlomeno con un minimo di autonomia, non si aspetti sempre tutte le risposte su un bugiardino o dentro a due fogli, ma passi molto tempo a informarsi presso specialisti, faccia ricerche personali, e nel momento in cui pensa di aver ricevuto le risposte a tutte le domande, scelga nella più totale libertà.
Non riporto percentuali, ricerche ecc... come la signora, non mi avvalgo di un'ostetrica per la stesura di una lettera, peraltro non veritiera (libertà di movimento totale, anche perchè dovendo controllare che non insorgano problemi, viene chiesto di camminare, fare flessioni per controllare la mobilità degli arti, mi chiedo perchè vengano dette tante menzogne. La quasi neo mamma, ha tutta la sensibilità degli arti, riesce a muoversi, l'unico inconveniente è che l'80% del dolore scompare, quindi bando alle leggende metropolitane che dicono tolga ogni sensibilità, si sale e scende da sole, certo sempre e comunque alla presenza dell'anestesista.Io parlo e scrivo con la mia testa. Giusto ieri chiedevo a mia sorella il perchè, e come mai non fossero arrivati in tempo per la somministrazione dell'analgesico. Dopo una prima visita, le è stato detto di fare una doccia nei bagni del reparto "per almeno un'ora!!!", e quando dopo una trentina di minuti, faceva richiesta di una visita, per capire se fosse arrivato il momento, la risposta è stata: "no no, aspetta un'altra mezz'oretta, sai se ti visitiamo e non è ancora il momento potresti rimanerci male!!!!!" Inorridisco a delle frasi del genere, e mi chiedo davvero cosa ci sia a monte.... non esprimo commenti pubblici, ma le donne che mi leggono, magari non tutte, comprenderanno da sole i miei pensieri.
Concludo, informando la signora e l'ostetrica, che mia sorella dopo due parti naturali ha optato per l'epidurale, non è mai scappata davanti a nessun dolore, prova della vita ecc.... (idem io che scrivo).
Concludo dicendo che il motto biblico "partorirai con dolore", per tutte le donne libere di scegliere, valutando i pro e i contro, non dev'essere più valido.
B.E.