Al Direttore - 17 dicembre 2014, 19:03

"E i residenti, dove le mettono le macchine?": un lettore si interroga sulla riqualificazione del centro storico di Cuneo

Edoardo Berruti, ingegnere, ci scrive dando voce ai suoi dubbi: ecco la sua lettera

Gentile Direttore,

sono un residente del Centro Storico di Cuneo da più di 10 anni, e come tale sono entusiasta per le iniziative che si stanno attuando per riqualificare questa zona di Cuneo, e per renderla più viva. Per inciso mi catalogo come Pro Movida e penso che sia il modo migliore per sfruttare la bellezza del Centro storico e attirare gente da fuori, creando così anche nuovi posti di lavoro.

Per attuare tutto questo è però necessaria una pianificazione globale dei servizi e delle prerogative dei vari luoghi interessati, organizzando correttamente  le varie esigenze di chi usufruisce di questa zona.

Mi riferisco in particolare all’utilizzo dei parcheggi presenti nel Centro storico: se si agisce come fatto fino ad ora, unicamente creando nuovi parcheggi ed eliminandone altri, senza dare però regole o pianificarne l’utilizzo, l’effetto che se ne ottiene è quello del “chi prima arriva prima si sistema e gli altri si arrangino”. La conseguenza principale di questa situazione è creare malumore tra i residenti e antipatia per la Movida, vista come qualcosa che viene a portarci via spazi e ad invadere zone “private” della città.

Basta prendere spunto da molte altre città e scoprire che i parcheggi presenti nel centro sono riservati ai residenti mentre per i visitatori si sono attrezzati parcheggi di testata con servizi di trasporto per il Centro. Valuterei anche lo sfruttamento più appropriato di spazi pubblici arbitrariamente riservati tutto il tempo a fantomatiche auto di dipendenti pubblici (vogliamo continuare a mantenere anche a Cuneo i privilegi per la casta?) attorno al palazzotto della Regione di Viale Kennedy, a parzialmente occupati durante il giorno e recintati con catene durante la notte quando la penuria di posti auto  per chi torna dal lavoro è maggiore.

Tutto questo non richiede investimenti aggiuntivi (forse qualche barriera a scomparsa come si usa in Francia), ma piuttosto una progettazione e una pianificazione delle varie attività fatta solo con il buon senso.

Nella speranza che i cittadini e le loro opinioni non siano come sempre ignorate, e vengano solo spremuti con aliquote IRPEF comunali sempre più alte.

Cordialmente,

Edoardo Berruti.