Attualità - 17 giugno 2015, 11:31

32 anni fa veniva arrestato Enzo Tortora: il ricordo dell'avvocato Ghisolfi e della lettera scritta al Ministro Costa

Era il 17 giugno del 1983. Esattamente 4 anni dopo la sentenza d’assoluzione

Uno foto che fece scalpore: l'arresto di Enzo Tortora da parte dei carabinieri

Una delle vicende più straordinarie di malagiustizia che l'Italia repubblicana abbia mai visto: l'arresto di Enzo Tortora. Dalla popolarità di Porto Bello, dalle case di tutti gli italiani al carcere, alla menzogna al sospetto. Una vicenda processuale che vedrà errori, omissioni ed indagini carenti sullo sfondo di dichiarazioni di pentiti del tutto fantasiose ed inventate.

La sentenza di assoluzione per Enzo Tortora arriverà il 17 giugno del 1987, esattamente 4 anni dopo l’arresto.

L'avvocato Alessio Ghisolfi che ebbe modo di avere tra le sue  mani una lettera che Tortora scrisse per richiedere aiuto al Ministro Raffaele Costa ricorda così questa vicenda: "Oggi ricorre l'anniversario dell'inizio di quel percorso che porterà Tortora alla morte di cancro il 18 maggio del 1988: un viaggio nero nella menzogna, nell'incapacità professionale di alcuni amministratori della giutizia, nel sospetto di una parte del Paese, un viaggio di morte. Una vicenda che non deve essere dimenticata, l'errore giudiziario può esistere e la presunzione di innocente è un principio di garanzia che in anni di sconforto e crisi rischia di essere appannato, di essere soffocato dal desiderio di "pulizia", un istinto naturale che non può prevalere su un corretto percorso di legalità.

La lettera che ebbi il privilegio di vedere mi venne fatta leggere dall'ex Ministro della Sanità Raffaele Costa e devo dire che il tenore del testo era quello di un uomo smarrito, perso in carcere; non dimenticherò mai quel suo 'fate presto'. Le accuse erano di far parte di un sistema camorristico dedito allo spaccio di stupefacenti: una accusa che si rivelò infondata, falsa ma che sono convinto fù la causa dell'insorgere del tumore ad Enzo Tortora. Fare memoria di questa vicenda significa ripercorrere la figura limpida di un uomo per bene ed è un antidoto contro spiriti di 'giustizialismo' che spesso sembrano emergere nel nostro tempo a fronte dei disagi della nostra società".

R.G.