Inserito nella rassegna del cartellone comunale “Saluzzo a teatro” va in scena, giovedì 19 novembre alle 21, al Politeama civico (via Palazzo di città 15) il Calapranzi, commedia del drammaturgo e sceneggiatore inglese Harold Pinter, Nobel per la Letteratura nel 2005. La traduzione del lavoro è di Alessandra Serra, la regia di Mario Bois.
La drammaturgia diventa qui lo specchio del cinismo e della ferocia dei rapporti umani, nella dinamica che lega i due protagonisti. Ben e Gus sono due colleghi chiamati a svolgere un lavoro insolito e, in uno scantinato, aspettano le istruzioni. “Ognuno di loro reagisce in modo diverso all’attesa incontrando in questa esperienza il vero protagonista immateriale, il silenzio - scrive nel programma di sala Paolo Tibaldi in scena nel ruolo di Gus con Alessandro Cosentini. - Un silenzio che si trasforma attraverso le azioni, il tempo, i suoni, l’incomunicabilità e tensioni, le ossessioni. Un silenzio che affronta a viso aperto due diverse personalità, sovrastando la forza stessa delle parole che paradossalmente risultano insufficienti a dominarlo. Il teatro diventa il luogo più adatto per abitare fisicamente e spiritualmente l’uomo con i suoi valori, le sue scelte, i suoi dubbi.
“Il silenzio è il dramma avvolgente delle cose non dette – descrive il regista Mario Bois - un muro di gomma che spesso si erge anche nella nostra coscienza. Cosa è il bene, cosa il male? Ben e Gus sono due personaggi che esistono realmente nelle scene ritratte da Pinter o sono lo specchio di noi stessi, di un egoismo che si riconduce ad uno stato di natura (Homo Homini lupus come teorizzava Hobbes). E’ un interrogativo che si propone urgente, affacciandosi all’ironia scura con cui Pinter colora i suoi personaggi, collocandoli nel luogo dell’assurdo, dei paradossi, degli incubi irrisolti.
Ben materializza in Gus la fragilità che egli vorrebbe sconfiggere perché impedisce al cinismo e all’arrivismo di prendere il sopravvento; Ben ritrova in Gus l’ingenuità e i dubbi già vissuti e per contro Gus vede in Ben il carisma di un traguardo verso cui puntare. A frenare il suo passo è l’etica della Lex aurea “ fai agli altri quello che vorresti fosse fatto a te". L’incubo della coscienza è quello di un assordante silenzio che pone in conflitto altruismo e spiritualità tradita, con consumismo e materialità. Quale strada prenderà la coscienza. Ad ognuno di noi la risposta, ad ognuno dei Ben e dei Gus che sono racchiusi nel nostro io più profondo, avvolto nel silenzio e forse inesplorato.
Musiche Enzo Fornione, allestimenti scenici Walter Cheinasso e Chiara Bertolusso in collaborazione con Luci e design Savigliano. Costumi Giada Lombino.
Biglietto 8 euro, ridotto 5 euro. Prevendita in corso all’ufficio turismo Iat, in piazza Risorgimento 1. Tel: 0175 46710.
Lo spettacolo ha debuttato in occasione della rassegna Torino Spiritualità al teatro sociale di Alba.