Cuneo e valli - 24 gennaio 2016, 07:00

Arianna: da Cuneo alla neve del Canada... per diventare Ingegnere Biomedico

Arianna Forneris ha 27 anni ed è cuneese.. ma una proposta inaspettata di dottorato all'estero l' ha portata nel freddo Canada, per realizzare i suoi studi con una carriera che la ricompensa di tutto lo studio a cui si è dedicata negli ultimi anni!

Arianna Forneris ha 27 anni ed è cuneese.. ma una proposta inaspettata di dottorato all'estero l' ha portata nel freddo Canada, per realizzare i suoi studi con una carriera che la ricompensa di tutto lo studio a cui si è dedicata negli ultimi anni!

Raccontaci chi sei..

Sono Arianna, ho ventisette anni e sono di Borgo San Dalmazzo. Ho vissuto a Cuneo per la maggior parte della mia vita, ho frequentato il Liceo Scientifico e come molti mi sono spostata a Torino per l’Università. Il mio percorso universitario in Italia si è concluso con la laurea in Ingegneria Biomedica nel marzo del 2014. Dopo la laurea i miei progetti si sono indirizzati verso la ricerca di un lavoro, non avevo programmato un eventuale proseguimento in ambito universitario; ma ecco, che mi si è presentata una di quelle occasioni capaci di cambiarmi la vita: mi è stato proposto il dottorato in Canada.

Così ho dovuto riconsiderare i miei piani non solo per l’occasione di un’esperienza all’estero, ma anche per la possibilità di continuare a lavorare su ciò per cui avevo studiato.

Cosa ti ha spinto a partire per il Canada?

Il Canada ha rappresentato la possibilità di mettere a frutto i miei studi realmente. L’idea di trovare un lavoro completamente diverso a quello che negli ultimi cinque anni aveva richiesto soldi, tempo, energie e sacrifici non mi dava pace, e purtroppo vedevo l'Italia come il luogo dei compromessi.

Così dopo tanto pensare e con un po’ di paura sono partita a settembre dello stesso anno.

La possibilità di lavorare a questo progetto di dottorato in Canada mi è stata data grazie al lavoro svolto per la tesi di Master al Politecnico di Torino. Per la mia tesi ho lavorato in ambito di studi "fluidodinamici", con del materiale proveniente da Calgary, grazie al mio relatore e alla sua conoscenza con una professoressa italiana che lavora "qui" a Calgary.

Dopo la mia laurea e il lavoro svolto per la tesi mi è stato proposto un dottorato all’Università di Calgary, Canada.

Qui il mio progetto di ricerca ha come argomento l’utilizzo di immagini biomediche ottenute da esami diagnostici, per il miglioramento della diagnosi e delle tempistiche di intervento sugli aneurismi dell’aorta toracica. La direzione della ricerca in questo ambito è quella di individuare degli “indici” che permettano di comprendere e classificare lo stato dell’aneurisma e di conseguenza decidere quando e se intervenire chirurgicamente. In questo senso l’interesse è rivolto alla fluidodinamica computazionale (computational fluid dynamics o CFD), che permette di ricreare la geometria dell’aorta a partire da immagini come quelle ottenute tramite risonanza magnetica e simulare l’azione del sangue all’interno dell’aneurisma e soprattutto sulle pareti dell’aorta.

In Italia non hai trovato possibilità?

In realtà l’interesse della ricerca in questo ambito è molto alto, anche in Italia. Purtroppo, però, il problema dell’Italia è unicamente legato ai soldi investiti per la ricerca che sono sempre meno e la possibilità di offrire una posizione di dottorato agli studenti non è sempre scontata da un anno all’altro.

In Canada l’interesse nei confronti della sanità e la ricerca in questo ambito è molto alto e molti soldi vengono giustamente investiti in questo settore.

Ed ecco che come la maggior parte dei "cervelli in fuga" devo amaramente ricorrere alla tipica frase fatta, che vede l'Italia come un paese davvero magnifico, e con un grande potenziale, ma mal sfruttato.

Dove vivi adesso?

Vivo a Calgary, una città di "impostazione americana", direi, sia come stile di vita che come organizzazione urbana con la presenza di spazi ampissimi: il centro è caratterizzato da alti palazzi che sono per lo più sede di uffici, e negozi vari mentre tutto intorno si sviluppano le zone residenziali. C’è pochissima criminalità e si vive bene nonostante il clima possa intimorire: in inverno si alternano settimane più miti a settimane in cui la temperatura scende di molto sotto lo zero ma per fortuna il clima è molto secco. La vicinanza con le montagne permette di vedere posti davvero bellissimi e località sciistiche stupende, un gran vantaggio per chi come me ama sciare e la neve in generale.

In questo anno ho avuto modo di visitare anche altre città e la bellezza del Canada credo stia in parte nel mix di culturale ed etnico che presenta: è facilissimo trovare persone da ogni parte del mondo che convivono in modo del tutto sereno e senza problemi.                  

Stando qui ci si rende conto molto in fretta delle differenze con l’Italia, nella vita di tutti i giorni. Allo stesso tempo è buffo come quei difetti tutti italiani che ti hanno fatto sempre sbuffare e irritare, a volte sono quasi una mancanza. Più di tutto, come ogni italiano all’estero la prima insormontabile mancanza è chiaramente il cibo: è vero, confermato e riconfermato, nessuno mangia bene come noi.

E nel tuo futuro?

Al momento non sono sicura di dove immaginare il mio futuro, se in Italia o all’estero. Credo che l’Italia sia un paese stupendo in cui vivere, ma qualcosa deve sicuramente cambiare. Vivere il Canada mi ha sicuramente aiutato a crescere, mi ha resa molto più forte e mi ha aperto gli occhi su tante cose ed è per questo che sono certa che ovunque sarà il mio futuro non mi spaventa affrontarlo.

Certo gli amici e la famiglia mancano e tanto, in fin dei conti si tratta di partire lasciando tutto quello che si è costruito nella propria vita e la distanza a volte pesa, ma non cambia i rapporti davvero importanti, anzi li rende forse ancora più speciali.

 

Giulia Manzone