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Curiosità | 19 marzo 2016, 15:33

Lettere dal Paradiso e superamento del lutto: quattro chiacchiere con l'autrice Loredana Ronco

Uno sguardo alla sua ultima pubblicazione con la Delos Book, “Il paradiso mi scrive”

Lettere dal Paradiso e superamento del lutto: quattro chiacchiere con l'autrice Loredana Ronco

E', senza alcun dubbio, uno degli incubi che tormenta ciascuno di noi esseri umani, una volta diventato padre o madre, incubo che purtroppo in diversi casi abbiamo sentito o sperimentato diventare realtà: sopravvivere a un proprio figlio.

Il paradiso mi scrive”, di Loredana Ronco, edito da Delos Books, narra proprio di questo, di una madre (Sara, protagonista della vicenda) che vede tragicamente morire la figlia Linda in un incidente. Dopo mesi di reclusione in casa, il premuroso marito Carlo la convince a entrare in analisi sotto la tutela della dottoressa Mancini, i cui sforzi sembrano però non trovare terreno fertile nella vita spezzata di Sara; tutto cambia, però, quando la dottoressa la convince ad annotare, a scrivere, le proprie sensazioni quando è a casa da sola: da questo suggerimento, Sara trae l'idea di sublimare il proprio dolore scrivendo delle lettere alla defunta figlia. Niente più che un “normale” metodo di confronto con il lutto? Non proprio, perché un giorno Sara troverà nella cassetta delle lettere una busta azzurra... con la prima di tante risposte da parte di Linda.

Loredana Ronco è nata nel 1977. Originaria di Torino, vive a Cuneo da nove anni. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo: Ricucire se stessi (2012), Aiuto! Sono diventata mamma! (2013), due racconti brevi “La slitta è fuori che aspetta” pubblicato nella raccolta 365 Racconti di Natale (2013) e “Milioni di stelle” per 365 Racconti d’estate (2014). Vincitrice del 36° premio WMI con il racconto Un altro viaggio, con la Delos Books ha pubblicato, nella collana Atlantide, il romanzo Spighe di grano tra i capelli (2014) e, appunto, “Il paradiso mi scrive”.

Abbiamo avuto il piacere di porgerle, in merito, qualche domanda.

- Il libro parla del lutto e del suo superamento, mescolando fantastico e ordinario. Come mai ha scelto di parlare di un tema così doloroso, e perché in questo modo?

L’idea di questo romanzo è nata un paio di anni fa quando, purtroppo e all’improvviso, è mancata una mia cara amica. Essendo mamma, il dolore di questa perdita mi ha fatto riflettere su quanto debba essere devastante sopravvivere a un figlio e continuare a vivere senza di lui. Il resto è venuto da sé.

- La scrittura, nella vicenda, è meccanismo di riconciliazione con la vita. Come si sostanzia il suo rapporto con essa?

La scrittura è stata liberatoria e salvifica anche per me. Il mio esordio, infatti, risale al 2012 con “Ricucire se stessi”, testo autobiografico in cui racconto della mia guarigione dall’anoressia. Credo che scrivere sia il modo migliore per esprimere i propri sentimenti, afferrarli, comprenderli e accettarli per quello che sono.

- Nel libro i personaggi femminili sembrano avere un ruolo predominante. Come ha considerato e trattato, quindi, il personaggio di Carlo (marito della protagonista)? Come ha considerato e trattato gli altri personaggi maschili dei suoi lavori passati?

Carlo è un marito attento è premuroso, capace di stare accanto a Sara rispettando il suo dolore, talvolta anche a costo di sembrare distante da lei. Questa dinamica rispecchia un po’ quello che anche io mi aspetto da un uomo: che mi lasci libera di essere chi sono, ma che mi tenga legata a lui con passione e comprensione. Nel precedente romanzo, “Spighe di grano tra i capelli”, le figure maschili sono tre: il padre, il primo amore e il marito. Anche qui ritroviamo il bisogno della protagonista di essere amata e protetta (il padre e il primo amore), ma queste esigenze vengono disattese dal marito e quindi… vi consiglio di leggere il romanzo per scoprirlo!

- La maternità e le sue complicazioni, più o meno gravi, sono alla base anche del suo secondo libro: "Aiuto! Sono diventata mamma!". Come mai ha scelto di parlare di questo, e perché di nuovo?

Come ho detto, la scrittura è il modo migliore per esprimere ciò che sento, e quindi ho preso spunto dalla mia vita e dalle mie emozioni per raccontare una delle più belle, ma faticose, esperienze che una donna possa vivere. Ne ho parlato di nuovo, in modo diverso, perché la perdita di una persona cara è un dolore che accomuna ognuno di noi, ma quella di un figlio è l’incubo di ogni genitore, me compresa.

- Per "Il paradiso mi scrive" è tornata a collaborare con la casa editrice Delos Book. Come si è trovata nel rapporto con lo staff per la pubblicazione dei suoi lavori?

Devo tanto alla Delos Books, soprattutto al mio editor, Franco Forte, che mi ha insegnato molte cose, credendo nel mio talento. È una casa editrice seria, che non richiede contributi per la pubblicazione e che lavora sul testo per renderlo un buon prodotto editoriale, per cui spero di poter continuare a collaborare con loro anche in futuro.

simone giraudi

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