- 29 giugno 2016, 07:00

Dipendenza da lavoro: "Workaholism"

Con il termine "work addiction” o "workaholism” si indica una patologia che rientra nella più vasta categoria delle dipendenze "senza sostanze”

Tutte le persone, generalmente, lavorano per poter guadagnarsi da vivere e mangiare. Tuttavia, questo comportamento, considerato normale, può diventare una dipendenza quando non ha più una funzione di sopravvivenza, ma ci aiuta a superare mancanze esistenziali e problemi familiari. Con il termine "work addiction” o "workaholism” si indica una patologia che rientra nella più vasta categoria delle dipendenze "senza sostanze”.

Tuttavia, non sempre il “tanto lavoro” ed il “piacere nel lavoro”, possono essere definiti come dipendenza. Il passaggio da dipendenza da lavoro consiste in comportamenti ossessivi che riguardano il lavoro, un pensiero fisso che assorbe l’intera vita della persona, che trascura d'apprima i suoi bisogni personali, poi progressivamente si isoladalla famiglia e dagli amici. Il comportamento del dipendente da lavoro ė simile a quello di chi utilizza sostanze stupefacenti: non riesce a smettere di lavorare. Se però per qualche motivo si ferma, accusa sintomi simili a quelli di una vera e propria crisi di astinenza, quali ansia, depressione o irascibilitàe deve riprendere a lavorare. Si innesca un processo di bisogno: il worked addicted deve lavorare sempre di più per sentirsi bene, arrivando al punto di non lamentarsi e non provando sofferenza per i sacrifici fatti.

La dipendenza da lavoro ė difficile da diagnosticare ed ė difficile da  riconoscere, quindi da curare perché il "gran lavoratore” è un soggetto apprezzato nella nostra società. Ma la dipendenza lavorativa oltrepassa  l'essere bravi o efficienti, perché si ė assillati da un lavoro che distrugge a poco a poco tutti gli altri ambiti di vita, dal fisico alle relazioni, dagli affetti alla psiche.

Quali sono i sintomi? Alcuni sintomi che si possono riscontrare sono: tempo eccessivo dedicato al lavoro, sacrificando weekend e vacanze; la scelta non ė data da bisogno finanziario o richieste del momento, ma il comportamento è dato da una scelta consapevole.  Sono presenti pensieri  ossessivi e preoccupazioni collegati al lavoro, come scadenze, perfezione del lavoro svolto,  paura di perdere il lavoro, paura di non essere apprezzati.

Si presentano deficit fisici portati da limitato tempo dedicato al riposo notturno, irritabilità, aumento o eccessiva perdita di peso,  deficit di memoria, disturbi psicofisici come le emicranie o gastriti.

Oltre al lato fisico viene colpito il lato emotivo, caratterizzato da eccessiva sicurezza, cinismo, sentimenti di disprezzo per chi si diletta con attività non lavorative, con mancata separazione tra vita privata e professionale, aggravato da  sbalzi di umore, cioė dalla depressione a euforia.

A causa di  costante aggressività, aumentano in ambito familiare le probabilità di separazioni.

Tutta l' attenzione e la motivazione ė centrata sul lavoro, e aumentano le sostanze stimolanti come la caffeina, l' alcool e i farmaci.

Quali sono le cause? Lo sviluppo della problematica sembra essere influenzato principalmente dallo stile educativo dei genitori durante l'infanzia: si tratterebbe di genitori esigenti, il cui amore era collegato esclusivamente alla "bravura” e all' "efficienza” del figlio, oltre alla proiezione su di esso di aspettative e speranze. L'adulto, educato a questo amore condizionato è mediato dall'efficienza e dalla performance, si rifugerebbe nell’efficienza sul lavoro per sentirsi accettato.

Oltre alle cause familiari, vi sono anche cause sociali, siccome l'identificazione con "il gran lavoratore” è resa molto desiderabile da apprezzamenti sociali che questa figura raccoglie.

Perché un workaholic guarisca è necessario che guardi con più realismo a se stesso e al suo lavoro, abbandonando un po’ del suo ideale perfezionismo, imparando a delegare e riuscendo a accettare i suoi limiti.

Ė comunque importante non confondere le caratteristiche del lavoratore passionale e il dipendente da lavoro. Il lavoratore passionale, ovvero chi ha scelto il lavoro in base alle proprie passioni, anche se eccede nell’attività lavorativa, è pero in grado di godere degli altri aspetti della vita, coltivando hobby, relazioni sociali e interessi oltre all'attività lavorativa, mentre il dipendente trova l’unica fonte di gratificazione nel lavoro abbandonando interessi e relazioni.

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Ernestina Fiore