Attualità - 21 luglio 2016, 16:37

Inchiesta sul crack RotoAlba: arrestato a Milano l'imprenditore Guido Veneziani

Bancarotta fraudolenta, documentale, preferenziale, distrattiva oltre a false comunicazioni sociali, mancato pagamento di fornitori e contributi previdenziali dei lavoratori. Questi i capi d'imputazione sull'ex editore del gruppo GVE

Arrestato a Milano nella giornata di martedì 19 luglio l’imprenditore Guido Veneziani a seguito del crack della Rotoalba storica stamperia albese che dopo il fallimento nel maggio 2015 ha lasciato in cassa integrazione 133 dipendenti.

L’imprenditore 52enne – ex editore del GVE -  è stato tratto in arresto e portato all’Istituto Carcerario di Asti a seguito di verifiche fiscali - condotte dalla polizia tributaria di Cuneo della Guardia di Finanza dopo l’apertura del fascicolo da parte della Procura di Asti- a partire dal 2015 proprio a seguito del fallimento dell’azienda albese.

Su di lui pendono diversi capi d’imputazione: bancarotta fraudolenta, documentale, preferenziale, distrattiva oltre a false comunicazioni sociali, mancato pagamento di fornitori e contributi previdenziali dei lavoratori.

Altri due indagati legati a Veneziani sono finiti in manette ai domiciliari: si tratta del direttore generale Gianmaria Raimondo Basile e della sorella Patrizia Basile.

Veneziani aveva acquisito la storica tipografia - di proprietà delle Edizioni Paoline prima e del gruppo tedesco Bagel poi- nel 2012. Nello stesso anno l'imprenditore milanese aveva acquisito la Mazzucchelli di Seriate (BG) e la Ilte di Moncalieri (TO), tutte e tre fallite.

Secondo l’indagine l’editore della società proprietaria di 11 testate avrebbe depauperato la RotoAlba, Mazzucchelli e Ilte per muovere gli interessi su altre realtà del gruppo. Aveva fatto parlare di sè per aver mostrato interesse all'acquisto dell'Unità proprio mentre nello stabilimento albese i lavoratori manifestavano per il mancato ricevimento dello stpendio.

"La nostra mobilitazione aveva già bloccato l'acquisto de 'L'unità', oggi giustizia è stata fatta con un'inchiesta partita dalla nostra situazione in RotoAlba."- ha commentato Massimo Mele Rsu Slc Cgil - "Quello che resta è il rammarico per 133 lavoratori impiegati in un'azienda che prima del fallimento aveva lavoro e commesse importanti (la Rotoalba lavorava per nomi come IKEA e Famiglia Cristiana ndr)"

Secondo la testimonianza dei lavoratori, gli stessi dipendenti dell'azienda albese non avevano permesso al gruppo Veneziani di portare via i server aziendali, poi sequestrati in seguito dalle forze dell'ordine in quanto contenevano elementi probabilmente utili ai fini dell'inchiesta.

Le indagini sono state coordinate e dirette dalla Dr.ssa Laura Deodato. Nell'inchiesta sono coinvolte altre cinque persone che avrebbero contribuito al tracollo della Rotoalba.

daniele caponnetto