La nostra comunità è stata coinvolta per anni nella vicenda giudiziaria relativa ai massimi dirigenti della Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo.
Per alcuni è anche stata l’occasione per cercare di contrastare l’evoluzione di un’Istituzione importante per lo sviluppo del nostro territorio, per altri il pretesto per regolare conti personali, alla ricerca di posti di potere, persi o da conquistare.
Adesso che la giustizia ha certificato, dopo anni di attesa, l’infondatezza delle accuse mosse contro il Presidente Ezio Falco e il Segretario Generale della Fondazione, Fulvio Molinengo, e in attesa che gli Organi della Fondazione CRC si esprimano pubblicamente su questa complessa vicenda, s’impone a tutti una doverosa riflessione non solo sui danni causati all’Istituzione e alle persone che l’hanno per anni correttamente governata, ma anche sul ruolo svolto dalle Istituzioni locali, accanitamente attaccate, per il solo motivo di avere mantenuto la loro fiducia a persone legittimamente designate per quelle responsabilità, nel rispetto di regole democratiche condivise.
Purtroppo nel frattempo si è colpevolmente deteriorato il clima di fiducia nella nostra comunità e rallentato, quando non impedito, il lavoro di quanti erano impegnati a sostenere innovazione e sviluppo nel nostro territorio.
Forse qualcuno aveva, e ha ancora, nostalgia di un passato in cui le relazioni di potere prevalgono sui contenuti dei programmi di lavoro e sul progresso della nostra comunità.
La lezione impartita dalla vicenda giudiziaria, conclusasi con la decisione di archiviazione, dovrebbe valere per tutti: nei confronti delle vittime innocenti, alle quali va l’apprezzamento per il lavoro svolto e per il coraggio nell’aver tenuto testa ai loro detrattori e nei confronti di chi ha per anni seminato zizzania e oggi non trova parole per riconoscere gli errori fatti che, speriamo, non si ripetano più.