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Attualità | 05 agosto 2016, 08:34

“Italia”, la tela dell’artista saluzzese Franco Giletta nel nuovo Eataly di Farinetti a New York

Il ritrattista saluzzese spiega le simbologie del suo dipinto “Italia”, l’ Angelo della pace, posto nell’ingresso del nuovo "Eataly Downtown“ dedcato alla pace e affacciato sul memoriale dedicato vittime dell’11 settembre

Franco Giletta davanti alla sua tela Italia

Franco Giletta davanti alla sua tela Italia

Nell’ingresso di "Eataly Downtown", secondo  store a New York appena inaugurato da Oscar Farinetti nella torre 4 del World Trade Center a Ground Zero, affacciato sul memoriale e museo dedicati alle vittime dell’11 settembre (dove sorgevano le Twin Towers) gli occhi di milioni di persone incontreranno la tela dell’ artista saluzzese Franco Giletta.

Il dipinto del maestro, avvocato, pittore professionista che vive e lavora a Saluzzo con studio nella torre rotonda del Castello di Envie, si intitola  Italia (Angel of peace) e misura 100 x80 cm. “Dopo il successo  nella mostra “Il Tesoro d’Italia”, curata da Vittorio Sgarbi nel Padiglione Eataly a Expo Milano 2015 ( Giletta ha esposto il dipinto “Goccia Divina”) parlando con Oscar Farinetti è venuta l’idea di realizzare un dipinto da collocare nella nuova sede  newyorkese di Eataly dedicato alla pace".

Il dipinto accoglierà  i visitatori  del World Trade Center, luogo simbolo di rinascita dopo i terribili attentati del 2001. “A 15 anni di distanza dalla tragedia, la tela “Italia”  con le fattezze di “Angelo della Pace” –  afferma Giletta, allievo di Mario Donizetti a Bergamo, cresciuto artisticamente negli ambienti dell’anacronismo romano, ritrattista di fama internazionale- vuole rappresentare un segno di speranza, fratellanza, gioia e riconciliazione. Angelo, una figura di spiritualità universale, significa messaggero e il messaggio di pace all’umanità è dato in un luogo pieno di energia vitale come le vette dei grattacieli, un mondo che spesso sembra sull’orlo degli abissi del male, simboleggiato dai vuoti lasciati dalle Twin Towers.

Il vento buono generato dalle sue ali soffia tra i suoi capelli. Come una sorta di bocca della verità il suo volto accoglie chi entra e invita a riscoprire l’interiorità…i suoi occhi vogliono essere uno specchio per la nostra anima, per la nostra pace interiore.

Il volto  dell’Italia è un omaggio alla classicità italiana che dalla statuaria dell’antica Roma passa per la figurazione del Rinascimento e arriva fino ai nostri giorni. Il mare rappresenta il Mediterraneo, "il mare buono", continua Giletta, "ma anche l’Oceano che Cristoforo Colombo solcò alla scoperta del Nuovo Mondo e che secoli dopo, milioni di emigranti italiani tornarono a solcare in cerca di un loro mondo migliore… Tutti gli elementi della natura, la flora e la fauna diventano potente allegoria della pace".

Nella tela un arcobaleno, emblema  per eccellenza della  pace solca trasversalmente il cielo. L’ulivo, altro simbolo  di pace  cinge, come una corona vittoriosa, il capo di “Italia” e i suoi rami formano al contempo una preziosa collana. Dodici sono le olive che circondano il viso.  “Italia” porta due orecchini: il primo è il simbolo universale della pace, mentre nel secondo compare la colomba, che porta nel becco il ramo d’ulivo.  Il dipinto, dedicato alle vittime dell’11 settembre 2001 e a quelle di tutte le guerre, in memoria di Sonia Operti (1970-2000), ha un legame con il Monviso.

"Ho voluto portare a New York anche un omaggio all’area saluzzese con lo skyline del Monviso: nell’orecchino di destra è infatti rappresentata una colomba che vola sulla vetta del  Monviso.  Un omaggio all’amata montagna.  Pare che nella preistoria dal Monviso si estraesse la pietra che veniva utilizzata per la realizzazione di asce dell’epoca (sono stati ritrovati esemplari in Europa). L’ascia poteva essere usata con valenza negativa per la guerra, ma anche con valenza pacifica e costruttiva per tagliare gli alberi per la realizzazione delle abitazioni. Il Monviso rappresenta idealmente tutte le vette, reali e metaforiche…vette di odio da superare con vette d’amore.

Riflettendo sulla tragedia dell’11 settembre ho sempre pensato come si potesse rappresentare il dolore delle  tremila vittime. Se tremila persone si tenessero per mano (considerata una distanza media tra le persone di circa un metro) coprirebbero la distanza di tre chilometri. Il Monviso è alto 3880 metri e, tenendo conto che la pianura piemontese circostante la montagna è mediamente ad una altitudine di circa 350-500 mslm la distanza ideale in verticale tra il nostro punto di vista e la vetta è poco di più di tre chilometri.

Guardando l’altezza del Re di pietra è come se vedessimo l’insieme delle anime delle vittime di quegli attentati che si tengono per mano volando verso il cielo".

Franco Giletta nel 1995 è stato invitato, unico italiano dell’anno, dalla “Royal Society of Portrait Painters” di Londra all’esposizione annuale dei ritrattisti. Attivo anche nell’arte sacra, nel 2004, su interessamento della galleria Il Polittico di Roma, una sua pala d’altare raffigurante “S. Antonio Maria Claret” è stata collocata in permanenza nella chiesa di Santa Lucia del Gonfalone a Roma. Nel 2011 è stato invitato ad esporre da Vittorio Sgarbi alla 54° Biennale di Venezia. Sue opere si trovano in collezioni private in Italia e all'estero tra cui il Museo Stauros e la collezione Bulgari.

 

 

Vilma Brignone

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