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Attualità | 09 agosto 2016, 19:00

Piano Banda Ultralarga: pubblicato il bando per il Piemonte

Anci e Uncem chiedono massima attenzione alle "case sparse" e ai borghi: "Controllo della Regione per evitare che il digital divide aumenti. Da subito lavoro su attivazione e servizi"

Immagine di repertorio

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Pubblicato da Infratel Italia il bando di gara “Banda Ultra larga – Concessione di costruzione e gestione di infrastrutture passive nelle aree bianche" per il Piemonte e per altre nove Regioni italiane. Solo per il Piemonte sono previsti 283 milioni di euro di investimenti, tra il 2017 e il 2020 per realizzare 5.670 chilometri di banda ultralarga in 1.150 Comuni, raggiungendo 1.358.015 persone e 90.865 abitazioni oltre a 109.869 imprese e pubbliche amministrazioni.

Si tratta di una delle più grandi operazioni di infrastrutturazione pubblica degli ultimi vent'anni che Uncem e Anci Piemonte, negli ultimi due mesi, hanno spiegato a Sindaci, Amministratori, Associazioni, cittadini in una serie di incontri promossi con CSI e Regione. Il bando nazionale si chiude a fine settembre. Da allora, le aziende di telecomunicazione selezionate avranno a disposizione il capitolato tecnico e dunque realizzeranno i progetti di posa della fibra ottica (o di altre strutture digitali senza fili) per ciascun Comune. Lo faranno sulla base di un "fabbisogno" stabilito da Infratel con Ministero dello Sviluppo economico e Regione: la cifra da spendere, per ciascun Comune, attiverà una rete primaria e una secondaria, da portare in cabinet direttamente sotto casa, di proprietà pubblica, così come sarà la rete. Si potranno raggiungere velocità di navigazione importanti, 30 megabit per tutti e 100 megabit al secondo per pubbliche amministrazioni e imprese. 

"Ci sono alcuni punti del bando e poi del capitolato tecnico per le imprese che la Regione, con Anci e Uncem, deve monitorare - spiegano i vicepresidenti delle due associazioni Michele Pianetta e Marco Bussone - In primo luogo che le reti di ciascun Comune siano collegate tra loro. Probabilmente serviranno ulteriori risorse rispetto ai 283mila euro attuali. Potranno derivare da risparmi e ribassi fatti dall'impresa vincitrice del bando. È importante inoltre che si tenga conto delle infrastrutture pubbliche già realizzate in passato, dal piano wi.pie della Regione Piemonte o da Infratel". Anci e Uncem sostengono da tempo che solo con sistemi wi.fi, senza fili, si possono raggiungere le "case sparse" (secondo Istat) e i borghi alpini più lontani dai concentrici dei paesi. "Nessuno deve rimanere escluso - commentano Pianetta e Bussone - Altrimenti è chiaro che il divario digitale, al posto di diminuire, aumenterà".

Anci e Uncem hanno chiesto alla Regione Piemonte, con Assessorato e Direzione all'Innovazione, di attivare subito il tavolo di analisi e monitoraggio previsto dal Piano banda ultralarga. "Negli ultimi mesi - proseguono da Anci e Uncem - le nostre associazioni hanno fatto uno sforzo enorme per informare Sindaci e Amministratori di quanto sta avvenendo. Un impegno che ci siamo presi perché crediamo fortemente nel Piano e nell'Agenda digitale nazionale nel suo complesso, per rispondere a obiettivi europei che ci vedono indietro e in affanno. Da subito dobbiamo ragionare con Regione e Mise su chi attiverà i servizi, per evitare che la fibra ottica e le reti posate restino spente. Dobbiamo pensare a strumenti che agevolino i territori e le comunità, per renderli più smart. È questa la vera sfida e ci sono altri 45 milioni di euro sul Por Fesr da utilizzare. Sanità, accesso ai dati e ai servizi della pubblica amministrazione, collegamenti più rapidi tra sedi di Enti locali, trasporti pubblici a chiamata, gestione del rischio e delle politiche ambientali, banche dati in cloud e sicurezza degli atti, sono alcuni dei fronti sui quali lavorare da subito per superare il divario digitale".

c.s.

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