“Utilizzavamo una sostanza che noi chiamavamo “talco”, l’azienda ci diceva che era fecola di patate”. Questa la testimonianza di un operaio e sindacalista nel processo appena iniziato che vede come imputati per omicidio colposo G.B. 91 anni e R.M., 72, direttori della Michelin di Cuneo dal 1969 al 2004. Secondo il pm Davide Fontana non avrebbero adottato le misure necessarie affinché gli operai non respirassero i fumi contenenti ammine aromatiche derivanti della lavorazione della gomma. Parte offesa è un ex capo squadra che si era deceduto a causa di un tumore ai polmoni.
Ha continuato il sindacalista, che girava in tutti i reparti della fabbrica: “In quegli anni abbiamo fatto molti scioperi perché i lucernari fossero aperti e raccolto firme per denunciare all'Inail la presenza di amianto. Secondo l'azienda era più pericoloso fumare le sigarette. Però davano un'indennità a chi respirava quelle sostanze”.
In uno dei vari reparti i lucernari per areare i locali erano presenti “ma non sempre potevano venire aperti”. “Gli impianti di aspirazione potevano essere rotti o non funzionare correttamente, così eravamo costretti a respirare i fumi”, hanno ricordato altri ex lavoratori. “Aprivamo le finestre a mano perché c'era molto fumo. Lo respiravamo tutti, senza dispositivi di protezione, e sapevamo che le macchine, sulle quali intervenivano, erano rivestite di amianto, ma non abbiamo mai saputo che faceva male”.
Udienza rinviata per altre testimonianze il 16 dicembre.