Cuneo e valli - 14 marzo 2017, 06:00

Giovani Falchi a Valdieri

La montagna rimane nelle sue corde e, così, ha rilevato a Valdieri La Locanda del falco, uno dei più bei locali della Valle Gesso con un suggestivo patio all’entrata e poi legno, pietre, mattoni.

Qualche anno fa Alessandro Re era maitre in un ristorante stellato, quelle Antiche Contrade di Cuneo di cui sento ancora la mancanza. Poi è arrivato al rifugio Maira Garneri in alta Val Varaita, un’esperienza completamente diversa, coniugando, insieme allo chef Juri Chiotti, le competenze acquisite in uno stellato con la montagna, i suoi ritmi, i suoi sapori. Il risultato è stato uno dei locali più ricercati della provincia, dove si assaggiavano piatti unici. Da qualche mese è sceso. Non di molto, però. La montagna rimane nelle sue corde e, così, ha rilevato a Valdieri La Locanda del falco, uno dei più bei locali della Valle Gesso con un suggestivo patio all’entrata e poi legno, pietre, mattoni. Non finti, posticci, rifatti, ma frutto di una bella ristrutturazione di qualche anno fa.

Da maitre a gestore di rifugio, ora Re ha trovato la sua giusta dimensione: quella dell’oste. La sua competenza su cucina e vini è , nel frattempo, cresciuta molto ed è riuscito a dare un’impronta al locale davvero unica. Si percepisce una ragione perché ogni piatto, ogni, prodotto, ogni vino siano lì e quella ragione si chiama qualità e territorio. La segale del pane è quella raccolta in valle, la carne quella del macellaio del paese (La macelleria Parracone che, peraltro, vale la pena di una visita), alcune ricette affondano i piedi nella memoria, altre sono ripensamenti di una cucina tradizionale. Chi ama le frattaglie, il quinto quarto come si dice ora, si trova a casa. I tajarin di farro al ragù di frattaglie sono uno spettacolo, ma anche il risotto alla barbabietola con bagna caoda.

Un menù che varia a seconda del periodo dell’anno, ma che, di visita in visita, migliora nell’offerta e nella qualità grazie anche al giovanissimo chef Antonio De Bergami che in poco tempo ha saputo entrare nel mood delle montagne cuneesi e darne una sua visione. Giovani e bravi. Ci vorrebbe più gente così.

Paola Gula