“Il colonnato del Monastero abbaziale di Casanova è in pericolo: il cancro alla pietra che lo ha colpito rischia di cancellarlo per sempre. Occorrono circa 40.000 euro per poterlo restaurare e mettere in sicurezza”.
Questo l’accorato appello di Don Adriano Gennari, sacerdote dell’Ordine di San Giuseppe Benedetto Cottolengo, che da oltre vent’anni gestisce le aree del complesso religioso, avendolo acquistato all’asta nel 1999 per porvi la sede della Casa di Spiritualità del Cenacolo Eucaristico della Trasfigurazione Onlus, che conta anche due Centri D’Ascolto: uno a Casanova (frazione di Carmagnola) e uno a Torino, in corso Regina Margherita 190, che assistono settimanalmente decine di persone.
Un’associazione (www.cenacoloeucaristico.it), quella fondata da Don Adriano Gennari, a scopo caritatevole fondata sulla preghiera e sull’aiuto costante a indigenti ed emarginati che richiama a Casanova, ogni martedì sera e ogni due domeniche pomeriggio del mese, centinaia di fedeli da ogni dove per partecipare alle Sante Messe seguite dall’Adorazione Eucaristica che, in due decenni, hanno prodotto e dispensato ben oltre 1.500 testimonianze di guarigioni e grazie ottenute, la maggior parte con tanto di documentazione medica allegata, tutte custodite presso gli archivi dell’Associazione stessa.
Associazione che conta anche ben 250 volontari attivi oltre che a Casanova, anche giornalmente in qualità di cuochi, assistenti e personale di servizio dal lunedì alla domenica nella ‘Mensa dei Poveri’, fortemente voluta da don Adriano Gennari e aperta nel 2008 presso i locali della ‘Piccola Casa della Divina Provvidenza’ in via Belfiore 12 a Torino: l’unica mensa preserale torinese a sfornare un pasto caldo per circa 150 poveri ogni giorno, aperta dal lunedì al venerdì dalle 16.30 alle 19.00 e la domenica e nei giorni festivi a pranzo dalle 8.30 alle 12.00, in cui vengono distribuiti circa 700 sacchetti-pasto.
“L'abbazia di Casanova di Carmagnola – spiega Don Adriano Gennari - è un piccolo complesso abbaziale nelle campagne di Carmagnola, in frazione omonima, a sud di Torino, realizzato nella fattura attuale tra il 1743 e il 1753 su progetto di Giovanni Tommaso Prunotto, allievo di Filippo Juvarra, a seguito delle devastazioni causate da un incendio che distrusse il vecchio complesso, che venne successivamente demolito”.
Prosegue don Adriano Gennari: “L'antica e originaria, oggi pressoché inesistente, costruzione religiosa risaliva al XII secolo, opera voluta dall'ordine monacale cistercense, grazie al quale si sviluppò largamente fino al XVI secolo, quando poi fu ceduto agli abati delle corti sabaude. Nel secolo successivo subì poi vari saccheggi, tanto da indurre papa Pio VI a declassarlo a monastero. La facciata attuale della chiesa principale possiede ancora delle tracce architettoniche del 1666, tuttavia fu rifatta completamente qualche decennio dopo, ovvero agli inizi del XVIII secolo, in stile tardo barocco piemontese, con mattoni a vista. Il campanile attuale è del 1825, che sostituisce il precedente e, a sua volta, la torre-lanterna originaria. Dal XVIII secolo, l'abbazia fu utilizzata come residenza sabauda, sotto il patronato di Vittorio Amedeo III di Savoia, quindi di Vittorio Emanuele I”.
Sul tema interviene anche l’Architetto Fausto Gennari, cui si deve il restauro dell’intero complesso abbaziale: “Il chiostro del monastero di Casanova è cintato da un’elegante cornice di 48 colonne di granito rosa di Baveno che necessitano di un intervento risanatore considerevole da attuarsi urgentemente in tempi brevissimi, per evitare la perdita di uno degli elementi architettonici più caratteristici e preziosi dell’intera struttura”.