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Politica | 04 maggio 2017, 17:16

Elezioni comunali, Giuseppe Menardi: "Cuneo non è una Stalingrado rossa"

Il candidato sindaco per il centro-destra nel capoluogo commenta la lista dell'avversario uscente Federico Borgna

Giuseppe "Beppe" Menardi

Giuseppe "Beppe" Menardi

Le elezioni amministrative del prossimo 11 giugno a Cuneo offriranno un’interessante curiosità: il candidato della sinistra è lo stesso sindaco Borgna che cinque anni fa era stato “inventato” dal garante delle primarie del PD per contrapporlo a Garelli, il legittimo vincitore di quelle stesse primarie.

È quanto dichiara Giuseppe Menardi, candidato a sindaco per il centro-destra, in merito alla misteriosa coalizione che si sta formando intorno al sindaco uscente Federico Borgna.

Al ballottaggio andarono due schieramenti - ricorda Menardi - da una parte Borgna con un pezzo della sinistra orchestrata da Valmaggia e da altri benpensanti come i liberali di Dalmasso e amici dei 'soliti noti', Genta, Quaglia, Delfino e Costa. Dall’altra parte c’era Garelli con il Partito Democratico e gli elettori autentici progressisti. Borgna vinse proponendosi come il baluardo che impediva ai comunisti di conquistare il Comune. Quest’anno, invece, ci troveremo Borgna candidato - questa volta senza primarie, probabilmente per non perderle di nuovo e dover di nuovo farsi imporre candidato dal 'Palazzo' - con la stessa compagnia di Genta, Valmaggia e tutto quel gruppo di potere che, si vocifera, condiziona la Fondazione CRC, le cooperative sociali, un pezzo degli ambienti cattolici ed alcuni esponenti dei liberali. Sarà interessante, davvero, vedere come si atteggeranno proprio questi ultimi che con Borgna, cinque anni fa, entrarono in maggioranza per seguire un loro ideale politico e conquistarono un posto in Giunta, proprio in nome della battaglia contro la sinistra. Che faranno oggi, di fronte al fatto che quella stessa sinistra che osteggiavano si presenta adesso con la faccia di Borgna?

C'è da scommettere - sottolinea ancora il candidato del centro-destra - che qualcuno di quei liberali lascerà nel cassetto quegli ideali e rimarrà con la sinistra confidando di salvare la propria poltrona o scambiarla per altri posti di sottogoverno. Gli elettori, però, sono molto più attenti e avveduti di quanto quelli si possano aspettare e sanno scegliere con giudizio chi merita - e soprattutto chi non merita - il loro voto. Non è un caso che ogniqualvolta si sono svolte libere elezioni in Italia, fin dal 1946, Cuneo si è sempre consegnata alla cosiddetta 'parte giusta', e non solo dal punto di vista storico. Borgna e tutti quei ‘compagni dell'ultima ora’ che nel tempo lo hanno attorniato se ne facciano una ragione: Cuneo non è una 'Stalingrado rossa', la nostra è una città laica e liberale nel senso civico e tradizionale nei suoi valori cristiani, una comunità sapientemente 'barbetta' in contrapposizione a chiunque voglia piegarla con metodi di oppressione reali o comunque mascherati.

i.p.e.

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