Anche Rifreddo, per bocca del suo sindaco Cesare Cavallo, prende parte al dibattito che si è innescato in questi giorni circa la riduzione, in concomitanza del periodo di ferie estive, dell’attività della sala gessi dell’ospedale di Saluzzo.
La presa di posizione del primo cittadino arriva alla redazione tramite mail: “Adesso basta, non se ne può più. – esordisce Cavallo - Non possiamo essere solo quelli che pagano le tasse”.
Lo sfogo del sindaco poi prosegue.
“Ho appreso in questi giorni, dalla stampa, della chiusura nel periodo estivo del reparto ortopedia dell'ospedale di Saluzzo - ci ha detto - La notizia mi mette in apprensione perché depaupera ulteriormente i già ridotti servizi essenziali sul nostro territorio e soprattutto perché rischia di creare nella popolazione delle nostre valli l'idea che è inutile andare all'ospedale di Saluzzo in quanto poi si verrà traferiti in un’altra struttura”.
Cavallo basa le sue affermazioni sul vissuto a contatto con i suoi concittadini, che gli avrebbero espresso “tale considerazione” rispetto al presidio ospedaliero saluzzese, “che se non viene immediatamente contrastata attraverso il ripristino della piena l'operatività del nosocomio finirà per far fare allo stesso una triste fine”.
“Proprio su questo punto – continua - purtroppo abbiamo già un esempio: quello di Fossano, dove lentamente gli utenti si sono abituati a recarsi a Savigliano e dove alla fine è stato chiuso persino il pronto soccorso.
Qualcuno mi dirà che il caso di Saluzzo è diverso. Sono d'accordo, ma il rischio a mio avviso esiste e se non ci muoviamo in fretta potrebbe essere troppo tardi”.
Secondo Cavallo è necessaria “una mobilitazione che deve essere corale e che deve coinvolgere oltre a Saluzzo tutte le amministrazioni delle Valli Po, Variata e dell'area saluzzese” e per la quale l’Amministrazione comunale di Rifreddo è “a disposizione per tutte le iniziative che intenderà attuare e per ragionare su come proporne altre”.
“Detto ciò – aggiunge il sindaco - credo che sarebbe opportuno comprendere un po’ meglio cosa stia succedendo e per questo richiedere all'Asl un incontro urgente. Infatti dalle notizie di stampa viene fuori un quadro non del tutto lineare.
Ad esempio si motiva la chiusura estiva con la mancanza di personale e si cita il fatto che un’unità dello stesso si è trasferita per mobilità. Ora chiunque conosca la Pubblica Amministrazione sa benissimo che la mobilità può essere subordinata alla copertura del posto prima di essere attuata. Non si poteva fare anche in questo caso?
Comunque sia credo che un chiarimento debba esserci in modo da comprendere a fondo la situazione e poi valutare come agire”.
Poi la conclusione, che non lascia spazio ad interpretazioni: “Questa Amministrazione non è più disposta a sopportare ulteriori penalizzazioni dei servizi alla nostra comunità”.