Da diversi giorni chiunque su Facebook può leggere sulla pagina personale del dottor Corrado Lauro, che opera in chirurgia generale presso l’ospedale S. Croce Carle di Cuneo, una sorta di “editto” in cui “comunica” a tutti gli abitanti delle frazioni di Roata Canale e Spinetta che, letteralmente, “non intende prestare loro alcun intervento sanitario se non in caso di immediato rischio di vita” e li invita pertanto “a rivolgersi ad altri professionisti per le cure!”
Questo, dopo la polemica scoppiata per i manifesti anonimi comparsi qua e là nelle frazioni citate, che protestavano, aspramente, contro l’ipotesi che la Casa delle opere parrocchiali ospitasse 24 migranti o richiedenti asilo. Ennesimo segno dell’imbarbarimento dei tempi ma, di fatto, è sicuramente più grave l’atteggiamento di questo medico ideologizzato che arriva a tradire il giuramento di Ippocrate, fondamento della sua professione e che gli impone di curare chiunque ne abbia bisogno con eguale scrupolo e impegno. Ma del resto perché stupirsi se, in modo simile al medico ma solo più diplomatico, si sono espressi anche alcuni esponenti della maggioranza del sindaco uscente Borgna: Giancarlo Arneodo e Cristina Clerico nell’ultimo consiglio comunale. Invece di guardare alla luna, cioè al problema reale, come al solito si sono concentrati sul dito puntato, cioè sul tono dei manifesti… il solito modus operandi della sinistra fatto di tante chiacchiere politicamente buoniste e pochi fatti a tutela del reale bene comune dei cittadini.
Ci auguriamo innanzitutto che l’Ordine dei Medici e il Direttore della Asl di Cuneo prendano seri ed immediati provvedimenti nei confronti di questo “medico”. Allo stesso tempo, ci auguriamo che Borgna e i vari candidati del centro-sinistra incontrino la popolazione delle frazioni di Roata Canale e Spinetta per spiegar loro che il problema vero in città, non è l’arrivo di decine e decine di migranti di cui l’Amministrazione comunale non sa niente, né da dove provengo reamente e non segue nella loro permanenza nel territorio, ma sono quei manifesti “razzisti”. Il problema è la forma e non la sostanza. Spieghino anche perché oggi, quei locali che da diversi anni i cittadini chiedono di poter utilizzare ma si sentono sempre rispondere che mancano le risorse per la gestione, ora all’improvviso quelle risorse si materializzano…
Infine, ma non meno importante, non dimentichiamo che la Casa parrocchiale era stata realizzata grazie all’eredità di un privato cittadino insieme ai contributi di altri residenti del territorio, a condizione che restasse nella disponibilità degli stessi residenti. Guardando oltre le zone di Cuneo oggetto delle proteste, non dimentichiamoci di tutti i sacrifici e gli sforzi che generazioni di cuneesi hanno fatto per costruire e sviluppare la nostra amata città nel suo complesso, frazioni comprese. Non vorremmo che anche nel nostro comune si creassero situazioni complesse e poco gestibili con zone franche dove i residenti non si sentano più sicuri a casa propria.
Noi possiamo solo affermare, con sincerità, che amiamo la nostra comunità, che vogliamo prima di tutto maggiore sicurezza e una migliore qualità della vita per i cittadini di Cuneo… poi, possiamo anche pensare a chi proviene da zone di guerra e richiede asilo politico, ma a condizione che rispetti la nostra cultura, le tradizioni e le nostre leggi. L’integrazione può avvenire solo con il rispetto delle regole.
Comitato elettorale per Menardi sindaco