“Non sarò io a chiudere l’ospedale di Saluzzo”.
Il dottor Francesco Magni, direttore generale dell’Asl Cn1, è categorico e parla ai giornali durante la conferenza stampa a margine dell’incontro con la consulta dei sindaci del saluzzese in merito alla riduzione dei servizi dell’Ortopedia.
L’incontro, inspiegabilmente, si è svolto a porte chiuse, con i giornalisti presenti fatti uscire dalla “Sala rossa” del Municipio dal sindaco Mauro Calderoni, che ha testualmente detto che i presenti avrebbero voluto essere “tranquilli nel discutere dei temi previsti” (clicca qui per leggere il documento integrale che i sindaci hanno consegnato all'Asl).
Un confronto che sempre lo stesso Calderoni ha definito “molto sereno”, anche se dal corridoio di fronte alla sala a tratti si sono distinte con chiarezza grida e toni “forti”. Su tutte ci ha colpito una frase proprio del primo cittadino saluzzese: “noi la stampa non possiamo controllarla”.
Già, perché (questo è un dato che fa riflettere) buona parte della discussione è stata “occupata” dall’aspetto della carta stampata. Calderoni, che da tempo ha l’abitudine di bacchettare la stampa non allineata, ha parlato di “notizie diffuse senza essere concordate con le amministrazioni locali che, non essendo sufficientemente spiegate, creano disorientamento”, quasi come se i giornali fossero organi d’informazione del Comune.
Anche il direttore generale Magni è stato decisamente critico nei confronti della carta stampata.
Tralasciando gli attacchi (forse opinabili) ad una giornalista presente in sala, il dg ha sostenuto come sul “caso Saluzzo sia stata fatta molta disinformazione. Sono venuto a Saluzzo per dire ciò che non è apparso sui giornali. Le modalità con cui sono state pubblicate le notizie sono molto lesive dello sforzo che gli operatori svolgono, pur in una situazione critica. Parliamo di professionisti che vanno ben oltre le 38 ore di lavoro settimanali, con 150 ore di straordinario sulle spalle”.
Prima di proseguire con l’intervento del direttore Magni, ci preme una precisazione: il nostro giornale, ma così come tutta la stampa locale, non ha mai messo in discussione l’operato dei medici dell’ospedale cittadino, già sottoposti a ritmi di lavoro decisamente intensi. Così come non abbiamo mai “rimproverato” ai medici il sacrosanto diritto delle ferie estive.
Quella legata alla sala gessi è una “difficoltà contingente, dovuta alla mancanza di ortopedici”: su questo aspetto Magni ha confermato come l’Asl ha già avviato “un bando di mobilità che scade il 19 maggio, mentre il 29 maggio scadrà quello per gli incarichi libero professionali. Terminati questi due iter, pubblicheremo un concorso al momento giusto per riuscire a reperire specializzati. Speriamo che tutto ciò ci permetta di portare alla situazione di normalità, ma altre possibilità non ve ne sono”.
“Di qui in poi – ha aggiunto Magni – abbiamo assistito ad esagerazioni (ancora rivolto alla stampa: ndr): non vi sarà nessuna chiusura dell’ospedale di Saluzzo. Il piano direttorio prevede il mantenimento dei tre presidi ospedalieri, Saluzzo, Savigliano e Fossano, ognuno con le sue funzioni. Per l’ortopedia siamo disposti a ricostituire l’organico che c’era, anzi a spenderci anche qualcosa in più. Siamo sulla strada giusta, i risultati stanno iniziando a vedersi”.
Il direttore generale si è poi chiesto “chi intende chiudere gli ospedali di Saluzzo e Savigliano per aprirne uno in piena campagna”. Gli è stato fatto notare che proprio questo è un passo del documento condiviso dai sindaci del territorio, in cui si legge “continuiamo a credere che laddove non ci siano le condizioni per gestire bene due ospedali, sia preferibile farne uno solo”.
Cosa succederà ora? In attesa della definizione dei risultati dei bandi per implementare l’organico dell’ortopedia, nelle prossime settimane verranno organizzati incontri “in cui si possa ragionare – ha spiegato Calderoni – sul piano direttorio nel contesto più ampio dell’organizzazione degli ospedali nell’Asl Cn1 e nell’intera Provincia”.
Il sindaco di Bagnolo Piemonte, Fabio Bruno Franco, ha sottolineato ancora una volta come non si assisterà a “tagli o ridimensionamenti”, come i sindaci siano “sempre in prima linea anche in questa fase”, lamentando un “difetto di comunicazione” da parte dell’Asl che ha “creato allarmismo nella popolazione” riferendosi al cartello “mal affisso” sulla porta della sala gessi.
“Anche la Regione farà la sua parte per risolvere questa contingenza – ha detto il consigliere Paolo Allemano – ma considerate che ogni volta che rievocate l’ospedale ‘com'era’ sbagliate, perché quell'ospedale non tornerà più. Abbiamo fatto bene a optare per l’integrazione, guardarsi sempre indietro non è un’operazione corretta. Non so se il futuro sia fatto di una scatola nuova o di due scatole potenziate: Verduno non ci facilita la scelta, tuttavia non sono così convito che non si farà”.
“Parlate bene del vostro ospedale, altrimenti la gente si allontana da questo presidio che funziona e dove lavorano professionisti di prim’ordine. Sembra che trovare cose negative da scrivere sui giornali sia uno sport tutto saluzzese” ha concluso il direttore generale (clicca qui per leggere la sua lettera sul "caso Saluzzo").
Sia chiaro: non si tratta di avercela nei confronti del direttore generale Magni, men che meno (figuriamoci) con il personale ospedaliero.
Si tratta solo di riconoscere che i “bocconi amari” non possono sempre essere propinati a Saluzzo ed al suo ospedale. E su questo, più che il direttore generale, forse qualche colpa ce l’ha la politica locale.