Agricoltura - 22 maggio 2017, 15:54

"La gestione dei terreni abbandonati può essere un'opportunità di lavoro e uno strumento di tutela del territorio"

Così il viceministro Andrea Olivero sui Forum Territoriali delle Foreste, che si concludono questa settimana a Padova

Si concludono questa settimana, a Padova, i sei Forum Territoriali delle Foreste, organizzati dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali e la Rete Rurale Nazionale. Obiettivo? Dare continuità al Forum Nazionale, tenutosi a Roma nel novembre 2016, ascoltando le realtà locali, comprendendone le esigenze e accogliendone le proposte in modo da costruire una nuova Legge in materia capace di tutelare l’immenso patrimonio forestale italiano. Però, attraverso una gestione dinamica in modo da creare opportunità di sviluppo economico. Uno degli appuntamenti del Forum si è svolto a Cuneo il 5 maggio, con il supporto della Regione. 

Chiediamo al viceministro, Andrea Olivero, che ha promosso gli incontri, di riassumerci quanto è emerso con maggiore evidenza dai vari appuntamenti sul territorio. “In primo luogo abbiamo riscontrato un interesse altissimo sulla tematica e una grande attesa di un cambiamento nelle politiche forestali. Inoltre, sono emerse le tante implicazioni positive che possono derivare da una nuova gestione attiva dei boschi: legno certificato, risorse energetiche, cura del paesaggio e mantenimento della biodiversità, valorizzazione del sottobosco: dalle castagne ai piccoli frutti, ai tartufi. Emerge con forza l’idea che possa svilupparsi una economia sostenibile a partire dalla risorsa forestale, capace di dare reddito e occupazione non depauperando il territorio, ma, al contrario, curandolo e migliorandolo”.

Quali saranno i principi cardine della nuova Legge sulle Foreste? “La nuova Legge parte dal presupposto che il bosco non è un bene intangibile, museale, ma un patrimonio da gestire con responsabilità e professionalità. Perciò si interviene con definizioni chiare e univoche e con la riduzione di sovrapposizioni di responsabilità in tutta la filiera forestale, che spesso oggi portano a blocchi burocratici e abbandono. E proprio sui terreni abbandonati, molte volte rimboschiti in modo incoerente col paesaggio, si danno regole per poterli riportare alla destinazione originaria o per gestirli come patrimonio boschivo in linea con la vocazione del territorio”.

Si riuscirà a completarne l’iter entro la fine della legislatura? “La bozza del decreto legislativo è pronta e verrà trasmessa nelle prossime settimane ai diversi ministeri competenti e alle Regioni per giungere all’intesa. Il lavoro sarà ancora impegnativo, ma siamo all'ultimo miglio e farò di tutto perché non si sprechi questa buona occasione”.

Il Piemonte è la terza regione italiana, dopo Sardegna e Toscana, per estensione forestale, con 922.866 ettari sul totale di 2.538.297 ettari di superficie complessiva. In provincia di Cuneo la vegetazione boschiva si sviluppa su 242.286 ettari sui 689.090 totali. Cosa significherà e quali vantaggi porterà la nuova Legge per il patrimonio forestale piemontese e quello della provincia di Cuneo? “In Piemonte è recentemente stata approvata, grazie all’assessore Valmaggia, un’ottima Legge regionale che si pone nella stessa direzione da me intrapresa a Roma. La legge nazionale, tuttavia, può aiutare a superare alcuni limiti burocratici che permangono nelle autorizzazioni alla gestione forestale e può spingere il settore, da noi particolarmente attivo, a crescere ancora. Nelle nostre montagne e sull’alta collina aumentano i terreni abbandonati e poterli gestire con strumenti adeguati può essere un buon modo per dare lavoro e insieme combattere il dissesto idrogeologico. In diverse aree della provincia stanno nascendo unioni fondiarie proprio con questo scopo”. 

cs