Il giornalista e scrittore Stefano Bartezzaghi, milanese classe '62, ha intrattenuto il pubblico di Collisioni con il monologo 'Le Quattro Parole del Mago Silente', susseguirsi di giochi di parole di cui l'autore descrive magheggi, frivolezza, poesia, stupore, "ma anche l'innegabile stupidità".
Laureato in semiotica al DAMS di Bologna, il giornalista vanta Umberto Eco come suo relatore. Docente alla IULM in 'teorie della creatività' e 'semiotica', è anche direttore del master in giornalismo della stessa università. Giochi di parole, dietrologie semantiche; l'arte di dividere il vocabolo nelle sue parti, ripercorrendo la storia di ognuna di esse. La magia del linguaggio, dei suoi usi - ma soprattutto abusi. Un esempio? "Perché è stata scelta la parola polinesiana 'bikini', per definire il costume a due pezzi? Perché si voleva trasmettere l'idea di 'esplosione' - spiega il giornalista - per questa ragione hanno tratto il nome dall'Isola su cui si svolgevano esperimenti nucleari".
Approfondito conoscitore della lingua italiana, Bartezzaghi gioca con le parole con minuziosa accortezza, come un burattinaio con i suoi burattini. L'abilità dello scrittore affonda le radici nel suo albero genealogico: figlio di Piero Bartezzaghi, famoso enigmista, e fratello di Alessandro Bartezzaghi, codirettore della Settimana Enigmistica, il giornalista ha affermato: "La lingua è un contenitore infinito di meraviglie. Tutto dipende da quanto siamo disposti a stupirci col linguaggio che utilizziamo tutti i giorni. Un consiglio? Esercitatevi con la crittografia mnemonica".