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Politica | 21 settembre 2017, 12:41

Prime manovre a Saluzzo per le amministrative del 2019

Il consigliere regionale Pd Paolo Allemano auspica un ulteriore allargamento ai centristi per un Calderoni bis, mentre l’attuale minoranza appare divisa tra il centrodestra “classico” (Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia) e una possibile opzione civica. La vera incognita, quella che potrebbe scompigliare i giochi, è il Movimento 5 Stelle

Prime manovre a Saluzzo per le amministrative del 2019

Manca un anno e mezzo ancora al voto amministrativo, ma i primi pour parler e le prime manovrine, rigorosamente sotto traccia, iniziano ad increspare le acque della politica saluzzese.

Una decina di giorni fa Paolo Allemano, ex sindaco e ora consigliere regionale, ho proposto ai vertici del Pd cittadino, azionista di maggioranza di “Insieme si può”, di convocare i consiglieri di maggioranza per avviare qualche riflessione in vista del 2019 quando, in concomitanza con le regionali, si voterà anche per le comunali.

Due le direttive che Allemano, ancora incontrastato dominus del centrosinistra saluzzese, ha impartito ai suoi: avanti tutta con Mauro Calderoni e, per assicurarsi il bis, allargare ulteriormente la maggioranza a quel che resta dei centristi. L’obiettivo sarebbe quello di ripescare il transfuga Danilo Rinaudo arrivando a ricomprendere – almeno così pare – persino l’avversario di sempre e suo predecessore, Stefano Quaglia. Un disegno che la dice lunga sulla preoccupazione che serpeggia in chi, da 13 anni, ha in mano le redini di Palazzo di Città. Allemano, ricandidando con congruo anticipo Calderoni, si mette al riparo da un potenziale concorrente interno per un’ulteriore corsa a Palazzo Lascaris e, al contempo, cerca di spezzare il fronte dell’attuale minoranza.

In verità, per questo secondo aspetto, non occorrono soverchi sforzi. L’opposizione attuale, infatti, non ha finora brillato per compattezza, né ha mai rappresentato una vera insidia per la maggioranza in carica. Ecco perché, almeno sotto questo profilo, le preoccupazioni di Allemano appaiono, allo stato dell’arte, eccessive.

Il centrodestra “classico”, Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia, cercherà comunque di arrivare all’appuntamento elettorale unito. Fulvio Bachiorrini è l’uomo che ambisce a guidarlo, ma la Lega, sulla scorta di quel che sta avvenendo sul piano nazionale, rivendica il ruolo di traino. Sfumato il sogno di entrare in Regione, in quanto primo escluso della lista della Lega se mai Gianna Gancia si candidasse per Camera o Senato (ipotesi allo stato dell’arte quanto mai remota), potrebbe essere Paolo Demarchi a contendere a Bachiorrini il ruolo di candidato sindaco del centrodestra.

L’area moderata del centrodestra, rappresentata oggi dai consiglieri Carlo Savio, attuale capogruppo e già candidato sindaco per il centrodestra nel 2014, Quaglia e Rinaudo, sembra poco propensa a farsi coinvolgere in un progetto politico di questo tenore. Piuttosto, sembra propendere per una soluzione civica, alternativa alla maggioranza in carica, ma anche distinta da un centrodestra strutturato semplicemente sulla base di una sommatoria di sigle di partito.

Chi sta cercando, per quanto a fatica, di attrezzarsi per essere presente alla competizione amministrativa del 2019 è il Movimento 5 Stelle, che in città (almeno sui gruppi social) sta raccogliendo crescenti simpatie. Il buon risultato ottenuto a Savigliano dall’avvocato Antonello Portera, che ha mancato d’un soffio il ballottaggio, sta facendo riflettere qualche suo collega saluzzese a tuffarsi nella mischia. Le elezioni politiche della prossima primavera saranno un test interessante per i “grillini”. Se il risultato fosse lusinghiero, quasi certamente darebbe loro il “La” per le amministrative.

E’ appena il caso di ricordare che un quadro frammentato rappresenta un indubbio vantaggio per chi è oggi sulla tolda di comando. Allemano e Calderoni lo sanno bene per cui cercheranno di porre in essere tutti i tentativi per favorire la divisione degli avversari, ben consapevoli che in un sistema elettorale che riproporrà il proporzionale a partire dalle politiche, la loro strategia elettorale non potrà più essere quella del 2014.

Parafrasando Enrico Berlinguer, non  si può infatti non considerare come Insieme si può “abbia ormai esaurito la sua carica propulsiva”.

Giampaolo Testa

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