È quasi un caso se il libro di Nicola Launaro, “Una storia quasi hippie” è stato pubblicato dalla casa editrice Albatros. Il suo autore, infatti, ha sempre scritto per passione, come via di fuga dalla realtà, ma mai ha pensato di sottoporre le sue opere ad altri. Nessuno aveva mai letto le sue parole, nemmeno i familiari. Scriveva, rigorosamente a mano, nel tempo libero, su qualsiasi superfice cartacea trovasse.
Per caso, lo scorso anno, si è trovato a cena da un amico e si è fatto convincere a inviare uno dei suoi scritti. Non è stato facile convincerlo, ma alla fine Launaro ha ceduto e ha inviato uno dei suoi scritti all’amico.
“Dopo un po’ di tempo mi squilla il telefono – racconta Launaro -. Ero impegnato, al telefono una voce mi dice che voleva parlare di un libro. Ho risposto che, sebbene io sia un avido lettore, amo acquistare i miei libri in libreria. Mi hanno risposto che si trattava del mio libro, che glielo avevo inviato io. A quel punto ho capito che il mio amico lo aveva spedito alla casa editrice”.
Un bel libro, dal momento che la casa editrice ha deciso, senza esitazioni, di pubblicarlo. “Ho scritto questo libro in vent’anni. Non scrivendo per pubblicare, l’ho scritto su carta tempo fa, poi l’ho trascritto a pc, cambiandolo molto, perché io sono cambiato. È la storia di ragazzi come quello che sono stato io, sono storie che sarebbero potute accadere a me. Sono cambiato molto in questi anni, lavorando in ospedale, e il libro è cambiato con me”.
Launaro è un medico anestesista. È nato a Livorno nel 1959. È sposato con Roberta e ha due figli, Matteo e Camilla. Lavora a Saluzzo in ospedale nel reparto di terapia intensiva, a contatto con storie di rinascita, ma anche di malattie senza ritorno, come la SLA. Un ambiente difficile, dove si accalcano la vita e la morte, il dolore e il sollievo. Tornare a scrivere e annotare su carta suggestioni, impressioni ed emozioni contribuisce ad allontanare queste situazioni, a non portarle eccessivamente nella quotidianità. Ed è su quei taccuini, su vecchie agende e quaderni, che nascono i romanzi di Nicola Launaro: “Ne ho scritti diversi negli anni, cinque o sei, ma non ho mai scritto per farli leggere ad altri, nemmeno ai miei familiari. Ora sono diviso tra la gioia e la soddisfazione di avere questo libro tra le mani e l’imbarazzo di immaginarmi scrittore oltre che medico”.
La storia è avvincente. Ambientata in una Livorno mai citata, narra le vicende di un gruppo di ragazzi nell’arco di un ventennio, dall’adolescenza all’età adulta, in un’epoca in cui l’adolescenza acquisì un suo ruolo sociale, un’epoca in cui i giovani iniziavano a sdoganarsi dall’istruzione fine a se stessa, per creare una propria conoscenza, fatta di letture, canzoni fino alla sperimentazione con gli stupefacenti.
“Il libro non è autobiografico, la mia vita è stata molto più lineare, ma in ognuno dei personaggi c’è qualcosa di riconducibile a persone che ho conosciuto e le loro storie sono verosimili. I luoghi, sebbene io non citi mai Livorno, sono i luoghi della mia gioventù. Ogni capitolo inizia con una canzone, da Acquarius a Here comes the sun, per l’inizio dell’estate, fino a Blowing in the wind che si cantava ogni sera al termine di una serata trascorsa a cantare e suonare” racconta Launaro.
Sono gli anni ’70 in una cittadina non specificata che, conoscendo Launaro, è Livorno. Il "piccolo" e i suoi amici hanno quindici anni appena quando inizia la loro storia; sembrano venire al mondo allora, con l'adolescenza, ma il tempo corre e le stagioni bruciano come sigarette al vento, e volano vent'anni di vita. Li guardiamo e rivediamo noi stessi, e ci vediamo e li vediamo nelle giovani comitive che stazionano su un muretto o sulle scale davanti a un vecchio portone. Ci ricordano chi eravamo, chi volevamo essere, chi non siamo stati e non saremo mai. Ribelli sì, ma non troppo. "Quasi hippie". La solidarietà del gruppo, forse l'unico credo cui votare la propria anima, quel senso di appartenenza che ti impedisce di scappare anche quando il male s'insinua nel sacro cenacolo dei tuoi affetti più cari; gli anni '80, l'eroina, il primo buco e poi l'abisso. I protagonisti di Launaro, però, hanno una loro catarsi, escono adulti da questa adolescenza fatta di interrogativi etici, di sperimentazione e spiritualità, di amori e chitarre, di libri e canzoni e insegnano a chi è adolescente oggi che, dietro a uno smartphone ci sono ricerche che oggi sono scontate, ma che sono il frutto di una vera e propria rivoluzione culturale, anche se quasi inconsapevole.
Launaro racconta il suo libro e se stesso. Accanto a lui la moglie Roberta, prima sostenitrice insieme a Camilla. Il libro, appena pubblicato, sarà presentato è disponibile in libreria e su Amazon e sarà presentato in diverse occasioni, prima fra tutte il 17 novembre alla libreria Stella Maris di Fossano.