I 14 lavoratori e lavoratrici di Came Italia oggetto di licenziamento collettivo, a seguito dell’incontro tra la direzione aziendale e le organizzazioni sindacali di Filcams CGIL e Fisascat CISL svoltosi in data 17 ottobre, hanno deciso unitamente alle organizzazioni sindacali, di indire una giornata di sciopero con relativo presidio presso la loro sede di Roddi per il giorno 25 ottobre.
Tale scelta è maturata nell’assemblea tenutasi in data 23 ottobre a fronte delle insufficienti risposte fornite, ad oggi, dalla direzione di Came Italia.
Con questa iniziativa le organizzazioni sindacali, insieme ai lavoratori e le lavoratrici Came, vogliono richiamare la direzione Came Italia ad un maggiore sforzo e senso di responsabilità in questa drammatica situazione in vista del prossimo incontro fissato per il giorno 30 ottobre e si riservano ulteriori iniziative nei prossimi giorni.
"La Came Italia - si legge in una nota Filcams CGIL e Fisascat CISL - azienda leader nella produzione e vendita di portoni, cancelli, serrande automatiche e sistemi disicurezza, ha aperto una procedura di licenziamento collettivo per i 14 dipendenti del magazzino vendita di Roddi, acquisito da pochi mesi.
Le organizzazioni sindacali Filcams Cgil e Fisascat Cisl esprimono fortissime preoccupazioni per la decisione azendale, frutto di metodi discutibili, evidenziando anche la presenza, tra i licenziati, di lavoratori con forti disabilità e famiglie monoreddito che dipendono esclusivamente da questo stipendio.
La Simacame, precedente ragione sociale dell’attività, inizia l’attività a Roddi nel 1990 come rivendita concessionaria esclusivista per il nord ovest di prodotti e sistemi di sicurezza a marchio Came e altri marchi del settore. A fine 2016, dopo svariati passaggi societari, la Came Italia rileva l’intera attività di Roddi, personale compreso, il cui fatturato, in attivo, si attesta intorno a qualche milione di euro, di cui il 30/35% relativo ai prodotti riconducibili al gruppo Came.
Prima anomalia, la vecchia proprietà, nonostante la cessione, continua l’attività concorrenziale e parallela nel medesimo capannone e, nel corso dell’anno, riacquisisce nuovamente parte del personale, altamente qualificato, da Came Italia. Seconda anomalia, nello stesso periodo la Came Italia attribuisce vendite e relativiricavi di Roddi, superiori ai 4mila euro, alla propria sede centrale con conseguenza di non raggiungere gli obiettivi ed il fatturato previsti nel sito in oggetto.
Di qui la decisione di chiudere il deposito vendite e licenziare il rimanente personale. Terza anomalia, il precedente titolare, tuttora proprietario del capannone e ufficialmente concorrente di Came Italia, ha nei fatti dichiarato la disponibilità a riassumere parte dei 14 licenziati.
Ovviamente alle sue condizioni, inquadrati nelle nuove regole dettate dal “moderno” strumento per le assunzioni che è il jobs act. Ecco da dove nascono le nostre perplessità, non solo, come organizzazioni sindacali non ci convincono neppure i 6mila euro lordi a lavoratore che, oggi, a fronte dei licenziamenti, la Came Italia ha proposto.
Le nostre riservesono state ampiamente esternate all’azienda durante l’incontro del 10 ottobre, senza ottenere, peraltro, risposte convincenti nè soddisfacenti. Seguiranno nuovi incontri, speriamo chiarificatori e risolutivi, ed iniziative sindacali atte a sensibilizzare i vertici aziendali".