Domani, martedì 23 gennaio, alle ore 21 al Teatro Civico, per il Giorno della Memoria, sarà ospitato lo spettacolo dal titolo “La nota dolente”, sottotitolo: "La voce di un’ebraista, la musica di un quartetto klezmer, il corpo di un’attrice. Per non dimenticare".
L’entrata è libera.
Organizza lo spettacolo La fabbrica dei suoni di Piasco con il patrocino della Città e pre iniziativa dell’unione Montana e del Bacino imbrifero Valle Varaita, e con il contributo di Fondazione Crt e Fondazione Crc.
"Desideriamo - dice il sindaco, Marco Gallo - che l'evento sia una presa di coscienza collettiva, una dimostrazione di solidarietà a distanza di luogo e di tempo non passiva, ma densa di contenuti, per dare senso alla memoria."
In scena l’Ensemble di Musica da Camera (arrangiamento musicale di Antonello Mazzucco), l’attrice Silvana Scotto e la divulgatrice Maria Teresa Milano. Si è stabilito di celebrare il Giorno della Memoria dell’olocausto ogni 27 gennaio perché in quel giorno del 1945 le truppe russe liberarono il campo di concentramento di Auschwitz.
La ricorrenza è celebrata nel mondo da 18 anni: gli autori dell’evento teatrale sono partiti da alcune domande: “Quale significato ha – spiega Maria Teresa Milano - che i ragazzi ripetano meccanicamente gli slogan ‘Perché non succeda mai più’ o ‘Per non dimenticare? Sono parole abusate. Ma poi, improvvisamente, arriva una melodia ed è lei a dare il senso, perché quella melodia lontana ci parla della vita e della storia del popolo ebraico, delle sue relazioni secolari con la società europea. La musica racconta e gli studenti, poco alla volta, si rendono conto che non stanno assistendo a un concerto commemorativo, ma ascoltano e partecipano a una dolente narrazione che riporta in vita, seppure per poco, volti, nomi e vicende profondamente umane.”
Le note ritornano a quel periodo storico in cui la radio scandiva i ritmi della vita famigliare, il jazz consolava i soldati americani impegnati nella guerra, le marce segnavano il passo degli eserciti e le antiche melodie della tradizione ebraica creavano uno spazio di memoria e identità per chi era confinato nel ghetto.