Non c’è davvero pace per le sorti dell’asilo nido “Jean Monnet” di Saluzzo.
Nei giorni scorsi abbiamo dato notizia dell’affidamento della gestione del nido alla cooperativa “Valdocco” sino al 31 dicembre del 2020. La concessione dell’asilo alla coop aveva portato con sé una serie di novità, tra cui orari e tariffe diversificate in base alle esigenze dell’utenza, una collaborazione con la Parrocchia Maria Ausiliatrice per contrastare lo spreco alimentare ed alcune attività, volte a favorire il coinvolgimento anche delle famiglie.
A dicembre 2017, su imposizione del giudice del lavoro di Cuneo, il Consiglio comunale della città aveva messo a bilancio 60mila euro per le spettanze dovute alle lavoratrici del “Jean Monnet”. L’assemblea aveva riconosciuto il debito fuori bilancio, rendendo il Comune “pronto” ad adempiere a quanto stabilito dal giudice, la cui sentenza è diventata definitiva a gennaio 2018.
Giunti a metà febbraio, si è dunque riaperta la querelle politica, con un nuovo attacco dell’opposizione consiliare nei confronti del sindaco, Mauro Calderoni.
Il pretesto ha scatenato le rimostranze dei consiglieri Carlo Savio, Stefano Quaglia, Danilo Rinaudo e Domenico Andreis, giunte dopo una lettera a firma del primo cittadino, partita da Palazzo ed indirizzata a tutti i membri dell'assemblea cittadina.
Calderoni, nella sua missiva, ha ripercorso la cronistoria, dal Consiglio di dicembre 2017, nel quale “si riconosceva il debito derivante dalla sentenza del tribunale favorevole a buona parte delle lavoratrici dell’asilo nido, lasciando aperta una possibilità di accordo con la curatela per consentire il soddisfacimento di tutte le parti”.
Un’eventualità che non è mai andato in porto, dal momento che le lavoratrici del nido “non sono disponibili ad alcun accordo, chiedendo di essere pagate direttamente dall’Ente locale, come stabilito in sentenza.
Alla luce della volontà dalle medesime espressa, il Comune non potrà che procedere al pagamento”.
“La lettera che il sindaco ha fatto pervenire ai consiglieri, datata 6 febbraio e pervenuta via mail il giorno dopo, alle 14.51, stupisce nei contenuti e nella forma. – affermano dall’opposizione - Infatti, tutti noi, maggioranza e opposizione, eravamo a conoscenza della sentenza favorevole alle lavoratrici del Nido emessa dal tribunale di Cuneo.
Tutti noi, maggioranza e opposizione, eravamo a conoscenza che la scadenza per il pagamento era fissata improrogabilmente entro il 31 gennaio scorso.
Tutti noi, maggioranza e opposizione, eravamo a conoscenza della, più volte ripetuta, dichiarazione del sindaco: ‘…se un Giudice intima il pagamento, io pagherò…’.
Adesso, si scopre che non solo non è stata osservata la scadenza del 31 gennaio, ma soprattutto, come cita la missiva sindacale, si sarebbe potuto arrivare ad una soluzione complessiva con tutte le lavoratrici, se, parte di loro non si fosse resa indisponibile ‘…ad alcun accordo chiedendo di essere pagate direttamente dall’Ente Locale, come stabilito in sentenza…’.
C’è da rimanere allibiti. È mai possibile che in tutti questi mesi non sia stato possibile chiudere un dignitoso accordo con la curatela per ‘…consentire il soddisfacimento di tutte le parti interessate…’?
Conosciamo la vicenda e siamo coscienti della sua complessità.
Siamo altresì convinti che qualcosa non abbia funzionato per il verso giusto sin dall’inizio, ma riversare la responsabilità del mancato ‘soddisfacimento di tutte le parti interessate’ alla richiesta di parte di esse ci sembra veramente inaccettabile, stante una sentenza del tribunale di Cuneo, che non è un arbitrio, e le dichiarazioni sempre rese dal Sindaco sulla questione.
Altra cosa sarebbe stata quella di dichiarare: ‘…non essendo riusciti a concludere l’accordo con la curatela nei tempi stabiliti dal tribunale di Cuneo, il Comune procederà ad ottemperare alla sentenza sulla base della deliberazione del consiglio comunale del 20 dicembre 2017, continuando nella pressante azione verso la curatela per soddisfare le altre parti in causa…’.
Ovvio che noi auspicavamo una rapida soluzione per tutto il personale, e, per questo consideriamo tendenziose le argomentazioni del sindaco, in quanto rischiano di pregiudicare i rapporti interni, cosa di cui un servizio così delicato proprio non ha bisogno e che solamente la professionalità di tutte le operatrici non fa trapelare verso l’utenza”.