Bra e Roero - 04 giugno 2018, 18:08

Al teatro Politeama di Bra due grandi pettacoli

In scena due rappresentazioni fortemente ispirate al genio femminile

Il Laboratorio teatrale del Liceo Giolitti-Gandino di Bra ha messo in scena nei giorni scorsi al teatro Politeama due rappresentazioni fortemente ispirate al genio femminile, anche se composte in epoche molto diverse.

La prima, “Arpino e… le sue Bambinacce”, oltre a raccontare l’uomo-scrittore Giovanni Arpino, braidese di adozione, ha tratteggiato un profilo ironico e pseudo comico di una decina di personaggi famosi femminili ben radicati nell’immaginario collettivo, da Laura del Petrarca a Giulietta, dalla Befana alla “Maronna”, dalla Strega di Biancaneve a Mata Hari: monologhi al femminile che raccontano un’altra verità, un’altra versione dei fatti; personaggi che, con amore, vengono riscattati da Arpino. Lo spettacolo, per la regia di Vincenzo Santagata con le coreografie di Donatella Poggio, ha visto in scena gli studenti che per il primo anno si sono impegnati nel laboratorio teatrale,

La seconda, “Le donne al Parlamento” di Aristofane, per la regia di Fulvia Roggero, le coreografie di Donatella Poggio e gli interventi musicali del coro del liceo, ha riportato gli spettatori all’Atene degli inizi del IV secolo a.C. con una commedia ricca di carica eversiva e satirica nei confronti del concetto utopistico di “governo delle donne”. L’opera immagina che le donne della città, stanche dell'incapacità degli uomini di costruire un mondo giusto, decidano di attuare un colpo di stato. Travestite da uomini, riescono ad entrare nell'Assemblea della città e a votare a maggioranza un decreto che trasferisce loro il governo, ma ben presto tutto tornerà come prima.

”La commedia, che tratta dell’esercizio del potere, della discriminazione tra uomini e donne e anche della corruzione in politica – dice il professor Augusto Leone, docente di latino e greco del Liceo - esplora in termini dissacranti il concetto di democrazia e in questo possiamo trovare la sua attualità: la contrapposizione tra l’utopia, i valori idealizzati e le reali e prosaiche esigenze degli esseri umani. Essa risulta quindi in qualche modo anticipatrice di teorie moderne sia di stampo collettivistico che ugualitario, che tanta parte hanno avuto nel nostro Novecento”.

“La nostra versione scolastica – dice la professoressa Francesca Scarfì, dirigente del Giolitti-Gandino - ha privilegiato elementi di forte contemporaneità, attraverso l’utilizzo di linguaggi, musiche e modalità spettacolari multiformi che vanno dall’avanspettacolo, al videoclip, al rap, al cabaret, calate proprio nei moods culturali giovanili di oggi per meglio comprendere e definire la perfetta aderenza dell’opera al mondo attuale”.

Le due rappresentazioni sono state coordinate dalla professoressa Antonella Viassone.