Ci sono un italiano, uno spagnolo e una greca che stanno facendo il giro del mondo in 40 giorni.
No, non è l'attacco di una barzelletta.
È una storia vera che vede come co-protagonista un giovane architetto cuneese. Lui si chiama Thomas Pepino. Ha 34 anni, è originario di Borgo San Dalmazzo, vive e lavora a Torino dove collabora con lo studio di progettazione BLAARCHITETTURA e ha fondato il centro culturale indipendente GreenBox-Incubatore di idee.
Insieme a Ricardo Fernandez Gonzalez (lo spagnolo) e Ioanna Mitropoulou (la ragazza greca) ha vinto il concorso del RPWT - Renzo Piano World Tour in 40 days, un premio annuale per le tre migliori tesi incentrate sull'arte della costruzione all'Università di Padova, Atene, e Madrid.
Thomas, partecipando al progetto delle linee guida per la rigenerazione urbana della città di Este, si è aggiudicato il premio riservato agli studenti del'Università di Padova.
Il 16 giugno è partito per questo viaggio di 40 giorni che lo vedrà girare in tre continenti attraverso il mondo dell'Architettura e delle Costruzioni di Renzo Piano.
Difficile mettersi in contatto con Thomas: ha pochissimo tempo. Sta girando come una trottola e poi gli spostamenti e i continui cambi di fuso orario non facilitano la comunicazione.
Oggi, sabato 7 luglio, il trio è in volo da Numea (Nuova Caledonia) a Houston (USA). Hanno superato il giro di boa: è il giorno numero 22.
“Un viaggio pazzesco - commenta Thomas Pepino entusiasta -: stiamo vivendo come dentro un libro di architettura”.
Alle sue spalle le città di Atene, Santander, Parigi, Berlino, Oslo, Sydney, Numea. Ma si prepara a visitare Houston, Dallas, Chicago, Boston, New York, Londra e infine Genova, dove atterrerà mercoledì 25 luglio.
Ogni giorno condivide sui profili social pensieri, parole e sketch a mano libera.
E ogni luogo è fonte di grande ispirazione.
Da Atene, Grecia: “Dall’alto dell’Acropoli, ogni oggetto è infinitamente piccolo, facilmente controllabile, prevedibile e organizzabile nel tavoliere terrestre. È bello immaginare la terra come il sistema nervoso: le strade sono le sinapsi, connettono i neuroni ai diversi nuclei urbani. Un sistema dinamico e complesso che visto dall'Acropoli dipana millenni di storia”.
A Santander, Spagna: “Marinai, navi, pescatori, pesci, acqua e terra sono temi e figure che incontriamo a Santander. Il centro per la cultura realizzato da Renzo Piano, è completamente rivestito con elementi ceramici di forma circolare, che visti nell’insieme dell’edifico ricordano le squame dei pesci. Il centro Botín e la Fondazione Stavros hanno una matrice analoga, la cui centralità, si percepisce dalla volontà di restituire all’architettura il ruolo di catalizzatore della vita sociale. Ancora una volta il progetto porta in grembo la versatilità degli spazi, il cui motto è: dinamicità, reversibilità e multiculturalità”
Negli aeroporti, stazioni, metropolitane, pullman: “Attraversiamo e stazioniamo per la maggior parte del nostro tempo, in questi luoghi che rispondono alla stessa funzione: caricare persone per portarle da una destinazione all’altra. Viviamo una fase di orientamento transitorio, in cui l’analisi architettonica dello spazio che ci circonda, non può non coincidere con i concetti di non-luogo enunciati da Augè. Mi interrogo se il vivere temporaneamente i non-luoghi, può anche solo parzialmente rappresentarsi con l’immagine di un bambino nella pancia della madre durante la gravidanza, e se la pancia, può essere considerata un non-luogo”.
A Parigi, Francia: “Parigi è una tavolozza piena di colori, dove la poesia è letta tra il fiume e la mansarda. Parigi è la città dei lumi, la città dell’amore, la città della libertà, la città dove l’haussmanizzazione ha innescato la rivoluzione urbana”.
Da Berlino, Germania: “L’esperienza Berlinese, registra i segni per renderli leggibili in stanze en plein air. Topografia del terrore è il progetto di Wilms e Hallmann, capace di far riflettere sui crimini nazisti. Analogamente il lessico di Eisenman riesce a traghettarti nel sottosuolo, lasciandoti immaginare che ogni blocco di calcestruzzo sia un tumolo o un ossario. Il progetto ricorda il Cretto di Burri che con la sua dialettica materica, i suoi dislivelli, le sue fenditure, vuole ricordare la tragicità di un evento”.
A Oslo, Norvegia: “Verde, mare, cioccolato e 28°. Astrup Fearnley Museum, un porto d’impressioni, articolato in tre edifici con spazi a doppia altezza e luce naturale che filtra dall’alto. Colonne, tiranti e cavi d’acciaio si articolano tra canali, ponti, sculture e moltissimi bagnanti, il cui tema principale è la barca. Con un gesto d’amore, l’acqua porta in se frammenti di altri luoghi, trasformando quest’architettura in un incubatore di contemporaneità. Una “bellezza” che come dice Piano avvia verso un mondo migliore”.
A Sidney, Australia: “Jet Lag e naso all’insù, perché se vuoi davvero vedere dove finiscono i grattacieli, devi puntare in alto. Tra le vie Hunter, Elizabeth e Philip, a un edificio di distanza da chi ha condiviso l’avventura del Pompidou, sorge il grattacielo disegnato da Richard Rogers. Sembra che si siano dati appuntamento in quest’area, dove a distanza di qualche metro dall’8 Chifley, troviamo l’Aurora Place di RPBW e la Deutesche Bank di Foster”.
E finalmente Numea, Nuova Caledonia: “Ciao Sydeny! Risaliamo sul nostro boomerang occidentale cha partito da Atene ha solcato mari, monti, popoli, saperi e conoscenze, traghettando tre architetti alla scoperta del mondo. Come nella caccia allo Snark, la nostra cartografia inizialmente bianca, annota in questa geografia compresa tra carta e penna, le superfici terrestri dei primi luoghi di avvistamento: Santander, Parigi, Berlino, Oslo, Sydney e Numea”